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sabato 2 novembre 2024

Vico Equense. Rimpasto, Fratelli d’Italia “Vogliamo una carta scritta”

Vico Equense - Invece di pensare a risolvere i tanti problemi che ci sono in città, tiene banco ancora il rimpast(in)o. L’applicazione del manuale Cencelli, una specialità ormai di questa amministrazione, si scontra con il rifiuto di Fratelli d’Italia, che rimane sulle proprie posizioni. Il Sindaco, da quando si apprende leggendo Agorà, si è impuntato e vuole che i Meloniani spediscano a casa l’attuale assessore Luigi De Martino e propongano il nome di una donna. Questa opzione risolverebbe tutti i problemi di turnover con gli altri gruppi, che verrebbero accontentati. “Maledette quote rosa”: immagino sia questa l’imprecazione più frequente nei corridoi della politica del palazzo municipale. Dopo tante battaglie sulla parità di genere, sul riconoscimento del ruolo delle donne anche in politica, siamo a questo punto. Questo è primitivismo politico e mi stupisce che nessuna organizzazione femminile sia fino ad ora insorta. Se Fratelli d’Italia non fa il nome di una donna, non si riesce a trovare la sintesi. In questa penosa vicenda, non è chiaro perché deve essere proprio il partito della Meloni a togliere le castagne dal fuoco al primo cittadino. Per quale ragione non lo fa l’UdC? Levano l'assessore Benedetto Migliaccio e indicano loro una donna. Si risolve ugualmente il problema. Un mistero. Tuttavia, Fratelli d’Italia resiste alla richiesta e chiede al Sindaco una comunicazione per iscritto. E’ la prima volta che la sento una cosa del genere. Meglio non fidarsi, verba volant, scripta manent. Una carta scritta dove si formalizza la richiesta. Carta, calamaio e penna. Su, avanti, scriviamo! Inizia così la mitica lettera di Totò e Peppino. “Cari Fratelli d’Italia, non sono qui a pettinare le bambole, siamo nella stessa squadra per cui fate i bravi e fatemi questo nome di donna, così togliamo la frasca di mezzo...”

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