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martedì 17 dicembre 2024

Vico Equense. Angela Celentano, altri 4 mesi di indagini sulla «pista turca»

di Dario Sautto - Il Mattino

Vico Equense - I tratti somatici non corrispondono, ma il ministero della Giustizia ha chiesto alla Turchia di rispondere. Ancora quattro mesi d'attesa per la famiglia di Angela Celentano, poi potrebbe tramontare definitivamente anche la cosiddetta «pista turca», una ipotesi già vagliata e scartata ormai 15 anni fa, ma riaperta in seguito a una una nuova denuncia presentata due anni e mezzo fa e che si poggia sulle rivelazioni finora smentite della blogger Vincenza Trentinella. Nei giorni scorsi, il gip del tribunale di Napoli, Federica Colucci, ha firmato la quinta proroga di indagine sulla scomparsa di Angela, la bambina di Vico Equense svanita nel nulla a 3 anni il 10 agosto 1996 sul monte Faito, durante un raduno religioso. I genitori di Angela, tramite uno dei legali, nei giorni scorsi si sono lamentati del mancato avviso della proroga di indagine, anche se in questi casi non è prevista la notifica degli atti per le parti offese. Il fascicolo d'inchiesta, con le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia (pm Giuseppe Cimmarotta), è iscritto contro ignoti per il reato di riduzione in schiavitù. La nuova proroga si poggia sulla richiesta di rogatoria con la quale la Procura chiede alle autorità turche un'ultima verifica sull'identità dell'uomo che potrebbe aver adottato illegalmente Angela Celentano. La pista turca era stata battuta già nel 2009 senza successo, quando gli investigatori si recarono a Buyukada, in Turchia.

 

Grazie alle nuove tecnologie, è stata disposta una perizia elettronica eseguita dalla polizia scientifica che ha escluso che la ragazza filmata e fotografata dalla Trentinella sia Angela: la carnagione è più scura e i tratti somatici non corrispondono. L'ultimo accertamento, dunque, riguarda l'identità del veterinario, presunto padre adottivo di Angela: anziché perquisire l'abitazione di Fahfi Bey, nel corso delle indagini gli investigatori sarebbero stati a casa del collega Fahri Dal, che esercita la professione di veterinario nello stesso studio. Quello richiesto è solo un ulteriore accertamento per fugare l'ultimo dubbio, per il quale le autorità turche potrebbero ora rispondere, in base al sollecito inviato dal ministero della Giustizia. Se entro 4 mesi non ci sarà risposta, è molto probabile che l'inchiesta sull'ipotesi Turchia possa arrivare ad una definitiva archiviazione, visto che è ormai da due anni su un binario morto. Già le inchieste precedenti avevano avuto la stessa sorte, a cominciare da quella che sembrava più concreta e che portò gli investigatori fino in Messico: Celeste Ruiz era una donna messicana residente in Francia, la sua fotografia dai tratti somatici molto somiglianti era stata utilizzata da un mitomane. La segnalazione arrivata dall'associazione Manisco World aveva portato ulteriori speranze dal Venezuela, ma la prova del Dna a febbraio 2023 aveva escluso che la giovane artista figlia di un politico venezuelano fosse Angela. Inoltre, era giugno 2020, la Procura di Torre Annunziata aveva già archiviato senza esito anche la «pista familiare». Angela è scomparsa nel nulla e nessun responsabile pagherà. 

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