Vico Equense - Faito terra di nessuno, Faito simbolo di abbandono e speranza di rilancio di un’intera area. Da anni, senza che i riflettori fossero accesi da nessun politico, il Faito sopravvive grazie all’azione di pochi, coraggiosi imprenditori e tantissimi volontari che mantengono viva l’attenzione su quello che accade a mille metri dalle nostre teste. Tra queste associazioni c’è la Pro Faito Onlus nata nel 1984 fra gli estimatori del Monte Faito. «Segnalo che in via Cresta è stato rubato un bidone dell'immondizia tra l'altro vecchio e senza coperchio. E dire che dieci giorni fa abbiamo chiesto alla ditta incaricata della raccolta dei rifiuti di averne tre nuovi per fare bene la differenziata. Richiesta inascoltata e nel frattempo gli animali spargono i rifiuti ovunque. E dire che il Comune di Vico Equense incassa circa 800mila euro l'anno per la tassa sui rifiuti tra proprietari ed esercenti del Faito». In poche righe Dario Russo presidente della onlus riassume la condizione di quella che loro amano definire la “montagna su mare”, che attende molteplici soluzioni da troppi anni. Da quel 17 aprile, giorno della tragedia della funivia costata la vita a quattro persone, la montagna è rimasta sola. Il bar Papillon, aperto da oltre quarant’anni, ha alzato come sempre gli ombrelloni e pulito i tavoli. Ma non entra nessuno. Nemmeno un caffè venduto. Lo scrive Fiorangela D’Amora su «il Mattino», Enzo e sua madre Lucia, custodi della vetta, guardano il vuoto. «Così nemmeno nei cinque anni di chiusura per manutenzione», sospira lui. Nemmeno allora era così drammatico: la gente saliva comunque. Oggi neppure i pullman sostitutivi bastano a riempire quel vuoto. Fino a poche settimane fa, nei weekend il Faito registrava oltre quattromila accessi. Le corse si prolungavano anche oltre l’orario, per riportare tutti a valle con la «panarella» mentre il Golfo si accendeva. Oggi resta il buio. Il piazzale è deserto, il bar sotto sequestro, i cavalli selvatici dormono nei locali chiusi. La montagna è in lutto e aspetta risposte. Ma il tempo stringe.

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