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domenica 27 luglio 2025

Funivia Faito, cavo spezzato per mancata manutenzione

L'INCHIESTA 

di Dario Sautto - Il Mattino

Castellammare di Stabia - La fune traente potrebbe essere stata letteralmente «strappata» dalla testa fusa, mentre il grosso cavo intrecciato in acciaio avrebbe causato danni ad una puleggia, completamente divelta nella stazione a monte. Il tutto, avrebbe causato la caduta della cabina della Funivia del Monte Faito, provocando quattro morti e un ferito grave nel grave incidente avvenuto lo scorso 17 aprile. Questo è quanto emerso dai primi accertamenti irripetibili effettuati nel corso dei vari sopralluoghi che si sono svolti tra venerdì e sabato nelle due stazioni e sul luogo dove giacciono ancora i rottami della cabina precipitata, lungo un pendio scosceso quasi inaccessibile. Sono, infatti, partiti gli accertamenti nell'ambito dell'incidente probatorio fissato dal gip del tribunale di Torre Annunziata Luisa Crasta su richiesta di alcuni indagati. Ad un mese esatto dal conferimento dell'incarico ai consulenti del tribunale oplontino, sono partite con un mese e mezzo di ritardo le operazioni, alla presenza anche dei periti delle difese e della Procura di Torre Annunziata, accompagnati sui luoghi da vigili del fuoco e Polizia di Stato. Il primo giorno di incidente probatorio ha riguardato i sopralluoghi nelle due stazioni della funivia, tuttora sotto sequestro e riaperte solo per gli accertamenti irripetibili sull'impianto di risalita che da Castellammare di Stabia trasportava i passeggeri a quota 1131 metri.

 

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati della Procura di Torre Annunziata con il procuratore Nunzio Fragliasso, l'aggiunto Giovanni Cilenti e i sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio - vedono iscritti nel registro degli indagati 26 soggetti, tra cui l'Eav e i suoi dirigenti, a cui vengono contestati a vario titolo disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. 

LA SUPERFICIALITÀ 

Nel mirino degli inquirenti restano la manutenzione ordinaria e straordinaria, ma anche i controlli periodico condotti sull'intero impianto. La superficialità in alcune di queste operazioni potrebbe aver causato l'incidente e la tragedia. Nel frattempo, alle operazioni erano presenti il collegio peritale del tribunale composto da Antonio Formisano (ingegnere strutturista e docente alla Federico II di Napoli), Paolo Pennacchi (ingegnere meccanico, ordinario al Politecnico di Milano), per la Procura i professori Nicola Augenti e Renato Esposito, ed una ventina di consulenti nominati dagli indagati e dalle parti offese (solo la famiglia Suliman ha nominato, tramite l'avvocato Hilarry Sedu, l'ingegner Fabrizio Pellegrino). Dopo le due stazioni e la visione di alcuni reperti, tra cui la testa fusa dalla quale si è strappata la fune, e la visita a monte dove sono stati evidenti i danni causati alla puleggia, ieri si è tenuto il terzo sopralluogo nella zona impervia in cui è precipitata la cabina a monte: a gruppi di 3, i vari consulenti sono stati imbracati e accompagnati sul posto dai vigili del fuoco per effettuare tutte le operazioni, mentre nei prossimi giorni il relitto della vettura sarà rimosso in sicurezza e trasferito con un elicottero in un deposito giudiziario per il prosieguo delle operazioni peritali. Le consulenze saranno decisive per inquadrare eventuali responsabilità.

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