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sabato 23 agosto 2025

Faito, ultimatum del sindaco di Vico Equense ai privati: trenta giorni per le pulizie

di Mauro de Riso - Metropolis

Vico Equense - Trenta giorni per tagliare l’erba, potare siepi e rami, liberare le pertinenze da rovi e rifiuti. È l’ultimatum del Comune di Vico Equense ai proprietari e ai gestori di case, villette, strutture ricettive e luoghi di culto del Monte Faito: chi non si mette in regola, rischia sanzioni e l’intervento d’ufficio con spese a carico. Un’ordinanza voluta dal sindaco Peppe Aiello, che mette in fila igiene, sicurezza e decoro urbano, con un obiettivo chiaro: prevenire degrado e incendi in un’area montana tornata densamente frequentata. Il contesto non è un dettaglio. Il Faito non è solo cartolina e refrigerio estivo: è un habitat di pregio dentro la Rete Natura 2000, sito nella zona speciale di conservazione dorsale dei Monti Lattari. Qui, dagli anni cinquanta, la mano pubblica e privata ha costruito un villaggio di circa trecento immobili – case, villette, alberghi – attorno al quale si sono moltiplicate pertinenze verdi. Proprio lì, secondo il Comune, si è accumulata «una diffusa situazione di incuria», con vegetazione incolta che invade i margini stradali e si sporge sul suolo pubblico. Le ragioni dell’atto sono in gran parte preventive. L’incuria «facilita la diffusione di vegetazione infestante», favorisce «la proliferazione di topi, rettili e insetti», riduce la visibilità di segnaletica e illuminazione, restringe la carreggiata e crea condizioni di pericolo per la circolazione.

 

In estate, il secco è miccia: prati abbandonati e frasche diventano possibili inneschi d’incendio. E c’è una ragione d’immagine: scenario di passeggiate e vacanze, il Faito paga un danno reputazionale quando i giardini di pertinenza si trasformano in ricettacoli di rifiuti. «Tali situazioni producono danno all’immagine del territorio», si legge, oltre a minare benessere e sicurezza dei residenti. Il cuore dell’ordinanza è la prescrizione: proprietari, amministratori, conduttori e detentori «a qualsiasi titolo» devono provvedere «entro 30 giorni» alla pulizia e manutenzione delle aree, «tagliando l’erba, rimuovendo rovi, arbusti, materiale di sfalcio e rifiuti», e garantendo poi una cadenza regolare degli interventi. Il perimetro è ampio: riguarda tanto gli immobili privati quanto quelli destinati ad attività ricettive, sportive, ricreative o di culto. L’atto richiama anche i comportamenti da evitare: niente vegetazione che invada marciapiedi, nasconda la segnaletica o ostruisca l’illuminazione pubblica. Cosa succede se non si ottempera? La trafila è scandita: scatta una specifica ordinanza nominativa per intimare l’intervento; in caso di ulteriore inadempienza, il Comune procederà d’ufficio all’eliminazione del pericolo, con recupero delle spese in danno e l’eventuale attivazione di ulteriori azioni civili e penali. Sul piano amministrativo è prevista una sanzione pecuniaria per chi non rispetta le regole, indicate all’interno di un’ordinanza che mira alla tutela del monte simbolo dei Lattari.

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