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venerdì 28 novembre 2025

Il 'tradimento' delle urne a Vico Equense: scossoni in giunta?

A Vico Equense, il clima politico locale si fa rovente all'indomani delle elezioni regionali in Campania, vinte dal centrosinistra con Roberto Fico presidente. Notizie (o presunte tali) di amministratori eletti sotto le insegne del centrodestra che avrebbero poi, nell'urna segreta, optato per i rivali del centrosinistra, stanno alimentando un acceso dibattito sulla correttezza e la coerenza politica. La richiesta che tali figure lascino il loro ruolo, o che si proceda almeno a un rimpasto di giunta, non si basa su un'infrazione legale (il voto è, per Costituzione, libero e segreto), ma su una questione di etica e lealtà politica. I critici sostengono che chi è stato eletto grazie a un determinato schieramento abbia il dovere morale di rispondere a quell'elettorato e a quella linea politica. Un cambio di rotta così netto, se confermato, minerebbe la fiducia degli elettori e la stabilità della maggioranza consiliare. I sostenitori della linea dura argomentano che la dissidenza interna rappresenta un atto di sfiducia verso la propria maggioranza e il proprio sindaco. Si tratterebbe di un comportamento che richiede una presa di posizione chiara: o si sta con la maggioranza che governa la città, o se ne prendono le distanze anche formalmente. D'altra parte, gli amministratori coinvolti (o i loro difensori) potrebbero sostenere il principio della libertà di coscienza, specialmente in elezioni di livello diverso come le regionali. La politica locale ha dinamiche e priorità che non sempre coincidono perfettamente con quelle regionali o nazionali, e un voto "incrociato" potrebbe essere motivato da specifiche valutazioni sui candidati o sui programmi, piuttosto che da una volontà di rompere a livello comunale. Attualmente, non emergono notizie certe o articoli di rassegna stampa specifici che confermino nomi o la portata esatta del fenomeno a Vico Equense.


La situazione rimane nel campo delle indiscrezioni e delle speculazioni politiche. Tuttavia, se la tensione dovesse salire e le prove di un voto incrociato diventassero schiaccianti, il sindaco si troverebbe di fronte a un bivio: una soluzione di mediazione, che vedrebbe la rimodulazione delle deleghe o l'uscita di scena degli assessori "dissidenti", per ricompattare la maggioranza. Scenario più estremo, con possibili dimissioni o mozioni di sfiducia che potrebbero portare a nuove elezioni comunali. Per ora, la giunta rimane in carica in attesa di sviluppi. Il dibattito resta aperto: la lealtà partitica è un vincolo morale imprescindibile, o la libertà di coscienza è un diritto assoluto per ogni amministratore?

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