IL CONFRONTO
di Fiorangela d'Amora - Il Mattino
Castellammare di Stabia - Il primo consiglio comunale dopo gli arresti e le inchieste della Direzione distrettuale antimafia è carico di tensione. Quello che ci si aspettava dai consiglieri comunali tirati in ballo direttamente o indirettamente, Nino Di Maio e Gennaro Oscurato, non è avvenuto. Oscurato era assente in aula, Di Maio c'era ma ha deciso di non dimettersi. Così è il sindaco Luigi Vicinanza ancora una volta a ribadire la linea: «Sul piano politico è doveroso essere chiari: se le vicende che riguardano i due consiglieri comunali avessero coinvolto degli assessori avrei immediatamente ritirato le deleghe e preteso le dimissioni. Per coerenza con i valori che guidano la mia coalizione e la nostra azione di governo, i due consiglieri sono fuori dalla maggioranza. Mi auguro, dunque, che il loro voto non risulti determinante sulle scelte strategiche che riguarderanno il futuro di Castellammare di Stabia. Questo è un consesso politico, non un aula di tribunale, e come ho ribadito più volte ogni nostra azione è giustamente sottoposta all'attenzione della prefettura, della Procura, della DDA e della Corte dei Conti. Il nostro compito è quello di mantenere trasparenza, responsabilità e correttezza nell'interesse esclusivo della città».
LA POLEMICA
A rispondergli in aula è proprio Di Maio, eletto nella civica «Noi per Stabia», che dopo aver affermato che resterà seduto al suo posto continuando a «sostenere questa maggioranza e questo sindaco perché me l'hanno chiesto gli elettori» continua: «Ho preso voti a Scanzano - ha ribadito l'ex sindacalista - dove ho la mia famiglia. La mia storia personale parla chiaro. Non ho nulla da temere. Io continuo e resto qui, in maggioranza, dove sono stato eletto». Di Maio ha poi chiarito che deciderà di astenersi laddove il suo voto dovesse essere decisivo. Una scelta che tuttavia non soddisfa le esigenze dell'amministrazione che rischia l'arrivo della commissione d'accesso se dovessero persistere legami con «zone d'ombra» più volte evocate dallo stesso primo cittadino. Ieri erano assenti anche Maurizio Apuzzo, consigliere di Base Popolare che in questi giorni ha scritto più volte al sindaco per interrogazioni e dubbi senza però presentarsi ieri al voto dell'aula. Impegnato ufficialmente a Bruxelles, invece, Sandro Ruotolo del Pd, tra i primi a sollevare la questione morale circa collegamenti tra la politica e il malaffare. «Spero che le assenze di oggi facciano riflettere a lungo il sindaco - ha detto dai banchi della maggioranza Nello Cuomo di "Futuro Democratico" -. Non vedo in città la politica vera e spero che si possa riprendere con un dialogo forte. Negli anni '90 quando ero vicesindaco ricordo che abbiamo vissuto momenti di tensione altissima, durante la guerra di camorra sentivamo esplodere i fuochi di artificio per ogni morto ammazzato. Oggi si deve tornare nei luoghi della città a fare politica».
RIONE SAVORITO
La riunione di ieri era stata convocata per approvare, tra gli altri punti, la variazione di bilancio necessaria per far avanzare il progetto del Savorito che ha perso i fondi Pnrr come già previsto da un iter «nato con impostazioni sbagliate e non avrebbe potuto essere completato con le risorse del Pnrr; oggi - ha ribadito Vicinanza - però, poniamo finalmente le basi per rimetterlo sui binari giusti, con senso del dovere e rispetto verso una comunità che attende da troppi anni soluzioni concrete. Un intervento atteso da oltre 45 anni dai residenti, che meritano risposte definitive».

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