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domenica 30 novembre 2025

Monte Faito, tra tragedia e responsabilità politiche: il futuro della montagna contesa

Funivia, prospettive future: riapertura o abbandono?

Vico Equense - Il Monte Faito è al centro di un acceso dibattito politico e giudiziario, scaturito dalla tragica interruzione della sua principale via d'accesso: la funivia. L'incidente dell'aprile 2025, che ha causato la morte di quattro persone, ha messo in luce criticità strutturali e gestionali pregresse, innescando un rimpallo di responsabilità tra enti locali e governo. La funivia, gestita dall'EAV (Ente Autonomo Volturno), era stata riaperta solo pochi giorni prima dell'incidente, dopo lavori di manutenzione. La rottura di un cavo traente ha causato la caduta di una cabina, mentre i passeggeri di una seconda venivano evacuati. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta per disastro colposo e omicidio plurimo, con 25 persone iscritte nel registro degli indagati, inclusi i vertici EAV e i responsabili della manutenzione. Le indagini stanno facendo emergere "ombre" sulle procedure di controllo e sulle presunte anomalie segnalate la mattina stessa della tragedia, che sarebbero state ignorate. Sul piano politico, il disastro ha riacceso i riflettori sulla gestione frammentata e sui problemi storici di degrado del Faito. I sindaci dei comuni interessati (principalmente Castellammare di Stabia e Vico Equense) chiedono a gran voce interventi urgenti e maggiori certezze sul futuro della montagna. Il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, ha lamentato l'assenza del Governo centrale dopo l'incidente, chiedendo interventi strutturali per fronteggiare il dissesto idrogeologico e garantire la sicurezza. La Regione Campania, attraverso EAV, ha istituito un servizio di autobus sostitutivi per garantire un minimo di accessibilità, ma la questione della funivia resta centrale.

 

La Città Metropolitana di Napoli, qualche giorno fa, ha approvato lo stanziamento di 500mila euro. Questi fondi saranno destinati a interventi sulla ex SS 269, cruciali per la messa in sicurezza e per risolvere le problematiche legate ai costoni. Il nodo cruciale rimane la mancanza di una governance unificata. Sebbene si parli da anni dell'istituzione di un consorzio o di un ente unico per la gestione e la valorizzazione del Monte Faito, la burocrazia e gli interessi divergenti hanno finora impedito una soluzione efficace, lasciando la montagna in uno stato di abbandono denunciato da più parti, anche dopo la tragedia. Mentre il recupero della cabina precipitata è in corso, il futuro della funivia e, per estensione, dell'intera area montana, rimane incerto. La politica locale e regionale è chiamata a dare risposte concrete, non solo in termini di sicurezza e giustizia per le vittime, ma anche per definire una visione a lungo termine che rilanci il Faito come risorsa turistica e ambientale, superando decenni di inerzia gestionale. L'auspicio è che la tragedia possa finalmente fungere da catalizzatore per decisioni politiche coraggiose e non più procrastinabili.

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