Pd, effetto Letta sulla Quercia campana
È davvero un’estate particolare e non solo per l’afa: a surriscaldarla c’è anche il Partito democratico. La candidatura di Enrico Letta (Margherita), dopo quelle di Walter Veltroni (Ds) e Rosy Bindi (Margherita), è destinata a creare nuovi equilibri e posizionamenti al di là delle appartenenze ai due partiti. Ieri, la Fondazione «Mezzogiorno Europa», presieduta da Andrea Geremicca, che raccoglie l’eredità politico-culturale del «Centro Mezzogiorno Europa» fondato nel 1999 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha diffuso un comunicato che sa tanto di smentita preventiva. «Il confronto in corso sul Pd non coinvolgerà in alcun modo la Fondazione - dicono il presidente Andrea Geremicca, il vicepresidente Alfredo Mazzei e il presidente dell’assemblea dei soci fondatori Ivano Russo -. La vicenda del Pd, dei processi che sta mettendo in movimento e del confronto su candidature diverse al suo interno è una vicenda seria e importante, che tuttavia non coinvolgerà in alcun modo la Fondazione. La forza e il prestigio della Fondazione sono dovuti innanzitutto al fatto che, pur essendo promossa e diretta da personalità con una nota e chiara identità politica, il suo profilo e la sua attività sono sempre stati rigorosamente estranei a posizioni ed orientamenti di parte, di partito e di gruppo». La Fondazione, in sostanza, rivendica una propria autonomia. E non è casuale che la nota arrivi dopo che Letta abbia in pratica annunciato la propria candidatura alla segreteria del Pd. Tra i diessini soci fondatori si prevedono infatti scelte differenti. Con Letta, per esempio, ci sarà Umberto Ranieri, che già nei giorni scorsi, in un’intervista, aveva espresso il proprio gradimento per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ci sarà l’eurodeputato Gianni Pittella (che potrebbe avere un ruolo di primo piano nella campagna elettorale dell’esponente della Margherita), ci saranno Russo (che dovrebbe candidarsi all’assemblea costituente) e Mazzei. Altri soci, come Luigi Nicolais, Graziella Pagano, Amedeo Lepore, sostengono invece Veltroni. Insomma, i Ds, anche dopo la rinuncia di Bersani, non si trovano tutti uniti intorno al sindaco di Roma. Ma in fondo sta proprio qui, nell’andare oltre le singole provenienze, la novità del Pd. Con Letta, ma nella Margherita, c’è il consigliere regionale Guglielmo Vaccaro, da sempre vicino al sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Oggi, intanto, torna a riunirsi il comitato promotore mentre al Maschio Angioino (ore 17) sul Partito democratico si confrontano Antonio Polito e Andrea Cozzolino, due possibili candidati alla segreteria regionale. E sulla leadership campana il dibattito è aperto. Nella Margherita la candidatura di Ciriaco De Mita è più che mai in campo. «Siamo solo all’inizio di un percorso - osserva il capogruppo regionale Mario Sena - ma colgo che nel gruppo sia prevalente l’idea che il candidato debba essere De Mita, che raccoglie attenzione anche tra i Ds». Tuttavia l’area Rutelli, che fa riferimento a Angelo Villani, Roberto Conte, Sandro De Franciscis, lavora a un percorso diverso. «Il Pd - dice Conte - deve saper proporre candidati innovativi che siano anche espressione del radicamento sul territorio. Con vecchie logiche e vecchie ritualità il partito implode e non esplode». (Il Mattino 22 luglio 2007)
È davvero un’estate particolare e non solo per l’afa: a surriscaldarla c’è anche il Partito democratico. La candidatura di Enrico Letta (Margherita), dopo quelle di Walter Veltroni (Ds) e Rosy Bindi (Margherita), è destinata a creare nuovi equilibri e posizionamenti al di là delle appartenenze ai due partiti. Ieri, la Fondazione «Mezzogiorno Europa», presieduta da Andrea Geremicca, che raccoglie l’eredità politico-culturale del «Centro Mezzogiorno Europa» fondato nel 1999 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha diffuso un comunicato che sa tanto di smentita preventiva. «Il confronto in corso sul Pd non coinvolgerà in alcun modo la Fondazione - dicono il presidente Andrea Geremicca, il vicepresidente Alfredo Mazzei e il presidente dell’assemblea dei soci fondatori Ivano Russo -. La vicenda del Pd, dei processi che sta mettendo in movimento e del confronto su candidature diverse al suo interno è una vicenda seria e importante, che tuttavia non coinvolgerà in alcun modo la Fondazione. La forza e il prestigio della Fondazione sono dovuti innanzitutto al fatto che, pur essendo promossa e diretta da personalità con una nota e chiara identità politica, il suo profilo e la sua attività sono sempre stati rigorosamente estranei a posizioni ed orientamenti di parte, di partito e di gruppo». La Fondazione, in sostanza, rivendica una propria autonomia. E non è casuale che la nota arrivi dopo che Letta abbia in pratica annunciato la propria candidatura alla segreteria del Pd. Tra i diessini soci fondatori si prevedono infatti scelte differenti. Con Letta, per esempio, ci sarà Umberto Ranieri, che già nei giorni scorsi, in un’intervista, aveva espresso il proprio gradimento per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ci sarà l’eurodeputato Gianni Pittella (che potrebbe avere un ruolo di primo piano nella campagna elettorale dell’esponente della Margherita), ci saranno Russo (che dovrebbe candidarsi all’assemblea costituente) e Mazzei. Altri soci, come Luigi Nicolais, Graziella Pagano, Amedeo Lepore, sostengono invece Veltroni. Insomma, i Ds, anche dopo la rinuncia di Bersani, non si trovano tutti uniti intorno al sindaco di Roma. Ma in fondo sta proprio qui, nell’andare oltre le singole provenienze, la novità del Pd. Con Letta, ma nella Margherita, c’è il consigliere regionale Guglielmo Vaccaro, da sempre vicino al sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Oggi, intanto, torna a riunirsi il comitato promotore mentre al Maschio Angioino (ore 17) sul Partito democratico si confrontano Antonio Polito e Andrea Cozzolino, due possibili candidati alla segreteria regionale. E sulla leadership campana il dibattito è aperto. Nella Margherita la candidatura di Ciriaco De Mita è più che mai in campo. «Siamo solo all’inizio di un percorso - osserva il capogruppo regionale Mario Sena - ma colgo che nel gruppo sia prevalente l’idea che il candidato debba essere De Mita, che raccoglie attenzione anche tra i Ds». Tuttavia l’area Rutelli, che fa riferimento a Angelo Villani, Roberto Conte, Sandro De Franciscis, lavora a un percorso diverso. «Il Pd - dice Conte - deve saper proporre candidati innovativi che siano anche espressione del radicamento sul territorio. Con vecchie logiche e vecchie ritualità il partito implode e non esplode». (Il Mattino 22 luglio 2007)
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