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martedì 3 giugno 2008

Il Pd verso il congresso provinciale

Provincia di Napoli - Da partito liquido a partito delle tessere (la campagna - ha detto Walter Veltroni - partirà a luglio): il Pd napoletano si avvia al Congresso provinciale con l’imperativo categorico che gli impone di tornare sui territori. Perché sì, all’orizzonte, c’è il nuovo scenario che si andrà a configurare in Regione (al voto anticipato al 2009 o a scadenza naturale nel 2010), con il Pdl pronto a incassare e a tentare la scalata alla guida di Palazzo Santa Lucia. Ma intanto alle porte ci sono due appuntamenti elettorali - provinciali ed Europee - dove il radicamento di un partito diventa decisivo, visto che si vota con il proporzionale e con le preferenze. Su questo fronte più volte sono tornati nelle ultime settimane in tanti, a partire dai 15 fra dirigenti e amministratori (in prima linea i consiglieri regionali Pasquale Sommese e Antonio Amato, con il parlamentare Bruno Cesario) che chiesero qualche settimana fa al segretario regionale Tino Iannuzzi lo svolgimento di un’assemblea (da calendarizzare). Spiegava Sommese: «Adesso occorre un concreto realismo. La gente deve poter riconoscere un gruppo ristretto di dirigenti autorevoli». Vanno in questa direzione i ragionamenti di tanti. Con Iannuzzi che affermato la necessità di «avviare subito un percorso di radicamento che ci consenta di creare dal basso una nuova classe dirigente». Con Andrea Cozzolino che più volte ha insistito sul concetto di unità «che radichi di più il partito». Stessa musica con Riccardo Villari, che ha messo in guardia dal rischio-balcanizzazione: «Senza la proposta politica il radicamento non ha senso». La risultante è che rispetto a tante ipotesi e a tante aspirazioni (fra le altre, Luigi Nicolais spingerebbe per Massimiliano Manfredi, Salvatore Piccolo per Domenico Tuccillo) l’obiettivo finale deve essere un segretario forte, riconoscibile sui territori. Quello che non è la Giammattei, rileva qualcuno. Il che non la terrebbe esclusa definitivamente dai giochi, secondo altri: alla prof infatti potrebbe essere affiancato un esecutivo di un profilo diverso. Ipotesi. (cor.cas. il Mattino)

“ Il PD della Campania ha diffuso un manifesto contro gli atti criminali e le intimidazioni compiute dalla camorra in questi giorni. Con il manifesto si sollecitano le istituzioni, le associazioni, i cittadini tutti ad assumere una più forte iniziativa per sconfiggere la camorra”.

1 commento:

  1. A Vico Equense trapelano indiscrezioni su come si svilupperanno le primarie per eleggere il direttivo del Partito democratico. Il coordinamento provvisorio ha stabilito che sarà presentata una sola lista chiusa sulla quale dovranno convergere i voti di quanti desiderano far attecchire il Pd sul territorio. Una scelta da regime fascista, infatti, durante il ventennio le elezioni si facevano con l´approvazione di una lista unica di 400 candidati. Stilare la lista era compito del Gran Consiglio del Fascismo che provvedeva a scegliere le persone secondo le proprie priorità e le finalità del Partito Fascista. Di fatto si manteneva l´atto del voto, ma lo si svuotava del suo significato, che è quello di esprimere una preferenza. Si andava alle urne, ma non si poteva fare altro che votare la lista accuratamente preparata dal partito. Oggi nel 2008, 80 anni dopo, l´evoluzione democratica ha fatto strepitosi e inimmaginabili progressi: le liste uniche sono tornate, ma in nome dei principi democratici e della par condicio sono utilizzate da tutti i partiti, che nell´alveo dei propri interessi preparano, proprio come a tempi di Mussolini, i loro listoni unici che l´elettore può solo decidere di approvare. Non è dato sapere con quale metodo saranno preferiti i 30 componenti del direttivo cittadino. Eppure il coordinamento provvisorio aveva mal digerito le “liste bloccate” sia alle Primarie che alle Politiche e non aver dato corso alla costituzione dei Circoli Territoriali, così come disciplinati dalle norme approvate dall´Esecutivo Provinciale, perché lo valutava un metodo non democratico di assegnazione di “posti” delegando “pochi” per la loro scelta. Da molto tempo sono favorevole alle primarie (vere) sempre, per tutti gl´incarichi istituzionali. Però, per un partito aperto e partecipato, svincolato dai meccanismi vecchi, occorre un metodo democratico di selezione e un ventaglio di proposte, altrimenti si sarà persa un´opportunità.

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