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sabato 14 giugno 2008

Russo (Pd) l’intervista

Giuseppe Russo, consigliere regionale del Pd: lei è stato promotore del documento che per la prima volta ha messo insieme tutte le aree del Pd. L’intesa è possibile? «C’è la consapevolezza di dover ricercare un metodo unitario per superare le lacerazioni del 14 ottobre e mettersi tutti nelle condizioni migliori per affrontare l’annus horribilis che ci attende. Nel 2009 ci aspettano provinciali e europee». E le regionali? «Sono una possibilità. Bassolino verrà in Consiglio e verificherà se ci sono le condizioni per andare avanti». È cambiato qualcosa rispetto alle parole che Bassolino pronunciò due mesi fa rispetto all’exit strategy? «Non credo che sia cambiato molto. Certo, c’è la necessità che il sistema politico campano riacquisti la sua piena legittimazione democratica. Quando i dati dell’economia sono così impietosi non è solo responsabilità della politica ma di tutti quei poteri che hanno ricadute pubbliche». Quali? «Imprese, sindacati, professioni, saperi. Nessuno può tirarsi indietro». Ma quando Bassolino verrà in Consiglio non scatterà l’istinto di conservazione dei consiglieri? «Ci attende una sfida duplice. Bassolino è stato chiaro. Prenderà una decisione, ha detto, dopo aver valutato un anno di lavoro. Ma anche il Consiglio deve fare la sua parte. Se non lavora e vivacchia è chiaro e naturale che si vada a casa. Un voto di autoconservazione sarebbe una follia e l’anno che ci attende sarà un banco di prova per tutti, non solo per Bassolino». Berlusconi ha rinforzato Bassolino? «Bassolino ha sempre avuto un corretto rapporto istituzionale con Berlusconi, anche migliore rispetto a quello avuto con Prodi. La correttezza dei rapporti istituzionali deve essere una regola per tenere le istituzioni al riparo da condizionamenti di parte». (p.mai. il Mattino)

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