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venerdì 19 settembre 2008

Aglianico e Lenin i rimpianti degli ex

La pasta di Gragnano e i saggi su Lenin e Marx, i giochi per i bambini e gli slogan contro la camorra. Su un tavolo, le copie dell’Unità e di Europa. Che la festa cominci. È la prima volta del Pd, senza i Ds, senza la Margherita. Senza Ciriaco De Mita e le sue passeggiatine ora sotto braccio a uno, ora a un altro a ragionare di politica. L’inizio è in sordina. Nella saletta Mezzogiorno ci saranno non più di duecento persone, parlamentari, consiglieri vari e amministratori compresi. In prima fila siedono Sarubbi, Follini, Armato, Enzo De Luca (il senatore, non il sindaco di Salerno), Nerli, Borriello (il capogruppo al Comune), De Masi, Andria, Mario Pepe. L’unico intruso è il segretario regionale dell’Udeur Antonio Fantini. E la gente? Boh. Poi, pian piano l’affluenza cresce. Si riempie il vicino San Paolo, e si riempie quest’angolo di Mostra dedicato alla festa. «Come primo giorno della prima volta è andata più che bene», gongola il responsabile Organizzazione Antonio Marciano. A un tavolo si raccolgono le firme della petizione Salva l’Italia. «Bassolino ha firmato?», chiediamo a una gentile signorina. «Sì... non lo so... forse non qui», risponde. È chiaro: la ragazza non segue la politica. Gli appuntamenti si accavallano. D’Antoni, Follini, Gravano, Tabacci (Udc), Lepore, Montemarano, Fantini parlano di Sud e federalismo fiscale; in un’altra sala Picierno, De Cristofaro (Prc), Trombetti discutono di precarietà, università e formazione. Fuori, i soliti capannelli. Arriva il presidente della Provincia di Salerno Angelo Villani. Forse, rispetto al sindaco De Luca, non ha nulla da inaugurare. Da Avellino due ex: Alberta De Simone e Rosetta D’Amelio. Intanto, i bambini giocano e a saltare tra i gonfiabili si divertono anche i nipotini di Teresa Armato. E forse a pensarci bene chi si diverte di meno sono proprio loro, i democratici: gli appelli all’unità si sprecano ma intanto ci si muove da separati in casa. Al San Paolo c’è il tutto esaurito ma la festa resiste. E quando Napoli e Benfica scendono in campo, la sala Europa dove si discute di giustizia con Vincenzo Siniscalchi e Lanfranco Tenaglia che presentano il libro di Gianrico Carofiglio «L’arte del dubbio» è affollata per la gioia della Armato che ha curato la presentazione dei libri. Finisce con i boati che arrivano dal San Paolo e con gli ex Pci e gli ex Dc diventati Ds e Margherita e poi Pd che sorseggiano Aglianico del Taburno. Paolo Mainiero il Mattino

Tesseramento, vera sfida di Luigi Nicolais

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