Regione Campania - Avete letto la riflessione di Isaia Sales sul Corriere del Mezzogiorno di domenica? Io la condivido in pieno. E vi invito a leggerla se non lo avete ancora fatto. A chi potrebbe dirci, ma tu e Isaia dove stavate, rispondo che so bene i sacrifici, i tentativi e le iniziative che Sales ha fatto affinché Bassolino aprisse gli occhi e si rendesse conto della necessità di riprendere la carica innovativa e quella spinta propulsiva che in tanti provammo a imprimere al Comune di Napoli. Basti pensare da ultimo alle vicende dell’utilizzo dei Fondi Europei. A chi obietta che senza le alleanze con De Mita e Mastella non avremmo vinto le elezioni rispondo che non sono le alleanze in discussione ma la capacità politica di non farle degenerare in un sistema di potere. Non condivido e non comprendo invece il silenzio assordante di queste ore perché ritengo utile provare a delineare insieme una comune lettura degli anni passati. E spero che qui si apra una discussione. Io provo a dire ciò che penso. Isaia ha ragione. Ha ragione quando sostiene che “non ce l'abbiamo fatta a migliorare strutturalmente la città di Napoli, non ce l'abbiamo fatta a trasformare la Regione in un'istituzione autorevole e competitiva nei confronti delle migliori esperienze regionali, non ce l'abbiamo fatta a far vincere un modello alternativo alla pratica discrezionale di governo, relegando la clientela a una eccezione e non a una prassi corrente e abituale, non ce l'abbiamo fatta a rendere la politica e i partiti strumenti di grandi passioni civili dopo la fine di quelle ideologiche”. E dice ciò che in tanti pensano quando afferma che molti dei «bassoliniani» credono che la capacità di governo consista solo nell'annuncio o nella mera gestione di un potere. Tra le carte che conservo ho ritrovato il discorso che Bassolino fece quando annunciò nel 2005 di candidarsi nuovamente alla Presidenza della Regione Campania. La via del rinnovamento è ancora lunga – disse - e non si può interromperla ora che siamo giunti a un bivio insidioso perché fra le strade di fronte a noi alcune rischiano di riportarci indietro … c’è la sensazione diffusa che stiano tornando vecchie logiche, antiche tentazioni. Per questo - concluse Bassolino - sono disponibile a ricandidarmi non solo per continuare ma per aprire una nuova stagione di cambiamento. La realtà è che finora ha prevalso la continuità e non è emerso il cambiamento. Non tutto però è perduto. Nel tempo che resta, sino alla fine della legislatura, credo che sia possibile dare segnali forti di discontinuità per aprire davvero una stagione di cambiamento. E’questa convinzione, d’altronde, che mi ha spinto a compiere le ultime scelte nel partito. Spalanchiamo le porte al cambiamento, meglio tardi che mai! (Antonio Amato Consigliere Regionale Pd)
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