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giovedì 4 settembre 2008

Diamoci una mossa

Le feste dell’Unità saranno pure un lontano ricordo ma Massimo D’Alema, appena arriva a Firenze, non manca di fare un giro per gli stand della festa del Pd. Come hanno sempre fatto i vertici del Pci prima, Pds e Ds poi. E tra applausi e strette di mano dei militanti, forse per la prima volta l’iniziativa fiorentina torna ad assomigliare un po’ alle vecchie kermesse, quando il giro serviva, soprattutto, a sondare gli umori degli iscritti. Ed è così per ammissione dello stesso ex ministro degli Esteri che appena sale sul palco dice: «Il messaggio che arriva da voi che siete qua è: ”diamoci una mossa”. Ma questa partecipazione è la dimostrazione che, sia pure con animo preoccupato e con una certa irritazione perchè molti che vengono qui sono arrabbiati e scontenti, la passione politica non è venuta meno». E dalla sala piena arriva un caloroso applauso di benvenuto. D’Alema arriva intorno alle 19 e viene accolto dai primi applausi all’ingresso dove, tra gli altri, saluta Carla Fracci, Sergio Cofferati, Nichi Vendola e Staino che gli dona una maglietta. Subito dopo un breve incontro con Giuliano Amato e con il presidente della Camera Gianfranco Fini prima del tradizionale giro tra gli stand alla Fortezza da Basso. Poi ai giornalisti che lo incalzano D’Alema risponde su due parole chiave di questa legislatura: dialogo e bipartitismo. «Il dibattito su dialogo sì, e dialogo no, francamente mi sembra una cretinata. Sinceramente non riesco a trovarne il senso» spiega l’ex ministro che aggiunge: «Auspico da sempre che sulle regole del gioco le forze, che si sono limpidamente contrapposte nella sfida politica, possano trovare delle intese. Naturalmente poi dipende dal merito, non è una discussione astratta». Sul bipartitismo, invece, è scettico semplicemente perché «in Italia non c’è: a destra, dove la Lega è determinante, e non c’è neppure nel centrosinistra». Sui futuri assetti aggiunge: «È importante che ci siano forze politiche fondamentali, un sistema politico più semplice, non frantumato, come è stato in questi anni. Il Pd è il grande pilastro del centrosinistra. Ma nessuno ha mai pensato che debba essere una forza monopartitica». Quindi dal palco, intervistato da Giovanni Floris, D’Alema sferra attacchi a Berlusconi raccogliendo l’ovazione dei militanti. «In Italia non esiste un pericolo fascista ma non c’è una democrazia proprio normale» perché «c’è una concentrazione di poteri finanziari, politico e mediatico. C’è una crisi di democrazia che nasce dalla mancanza del senso dello Stato della classe dirigente, e per questo Berlusconi ha preso il potere». Poi una battuta fulminante sulla leadership Pd: «Il giorno in cui servirà un’alternativa dovrà avere come minimo venti anni meno di me». E alla domanda se dovrà essere più giovane anche di Veltroni, risponde: «Se bisognerà sostituire Veltroni bisogna farlo con uno più giovane». E quel tonfo in mare dal gommone a Ponza immortalato da Novella 2000 e che ha fatto il giro dei giornali? Dice D’Alema: «Io sono un ammiratore di Novella 2000 e prima di tutto gli faccio i complimenti per come, tagliando una foto, ha imbrogliato tutta la stampa italiana che, per la verità, è ben predisposta». E spiega che il tuffo involontario in mare lo ha fatto quando le due persone che erano sedute dall’altra parte del gommone si sono buttate insieme per fare il bagno. (Il Mattino)


Pd, i signori delle tessere
Napolionline - la citta vista da dentro - giovedì 04 settembre 2008

2 commenti:

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