Il ritorno al «maestro unico» nelle scuole elementari trovato a sorpresa nel ddl del Ministero dell'Istruzione non ha convinto da nessun punto di vista. Ultima critica, sollevatasi da più parti, quella che vede nel regresso ad un unico insegnante la possibilità che venga meno il «tempo pieno». Ma il ministro Maristella Gelmini rispondendo ai microfoni di Radio Anch'io ha assicurato che quest'ipotesi è «solo frutto di una cattiva informazione». «Con il maestro unico verrà meno la compresenza degli insegnati ma non verrà meno il tempo pieno» ha detto il ministro. Insomma a detta della Gelmini non sarà il taglio di 87 mila posti in tre anni a creare scompensi all'orario prolungato. «Anzi - assicura - il governo ha calcolato che non solo manterremo il tempo pieno, ma addirittura riusciremo a migliorare il servizio ed ad estenderlo ad un numero maggiore di classi». Questo perché - spiega ancora la Gelmini - il governo si rende perfettamente conto che oggi nelle famiglie ci sono difficoltà economiche e che la maggior parte delle madri lavora e, quindi ci vuole una scuola che vada incontro alle esigenze delle famiglie» Ma poi il ministro ci tiene a sottolineare che quello delle ore in più di studio è solo un mito. «Bisogna sfatare il luogo comune che ad un maggior numero di ore corrisponda una maggiore qualità della scuola - dice la Gelmini. In Europa siamo quelli con il maggior numero di ore, dovremmo anche avere la scuola migliore e non è così». E a proposito di scelte didattiche quella di tornare ad un unico maestro per la Gelmini «è un'esigenza pedagogica. Il bambino, soprattutto nei primi anni di scuola, ha bisogno di una figura di riferimento. Il maestro guarda alla formazione del bambino, mentre lo specialista di una disciplina guarda alla sua materia».
Sul maestro unico altolà dei vescovi: «Ritorno al passato»
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.