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lunedì 8 settembre 2008

Piazza Veniero, i ritrovamenti tornano sottoterra

La soprintendenza: niente fondi. Le associazioni locali: recuperare la storia

Sorrento - Nel giro di alcuni giorni riprenderanno i lavori per la riqualificazione di piazza Andrea Veniero. L’annuncio è stato dato dal sindaco Marco Fiorentino. Lo slittamento nell’esecuzione delle opere è legato al ritrovamento nel sottosuolo della piazza di una domus risalente all’epoca romana. Gli scavi hanno portato alla luce i reperti che testimoniano l’esistenza nella zona di una villa risalente al I secolo dopo Cristo. L’intervento per riportare alla luce i reperti è costato circa 40mila euro «interamente sovvenzionati dal Comune di Sorrento e versati in 3 tranche successive», tiene a puntualizzare il sindaco Fiorentino. Ora, però, vista l’impossibilità ad eseguire azioni di valorizzazione del sito, le antiche testimonianze saranno nuovamente interrate. «Abbiamo chiesto alla Soprintendenza di predisporre un progetto che garantisse la fruizione del sito – spiega ancora il primo cittadino di Sorrento – ma ci è stato risposto che mancano i fondi». Non è escluso che in futuro si possa decidere di riprendere gli scavi per portare alla luce i reperti. «Se si verificheranno le condizioni necessarie per la valorizzazione del sito – chiosa il sindaco Fiorentino – basterà rimuovere la pavimentazione». Intanto, alcune delle principali associazioni culturali della penisola sorrentina, si mobilitano perché venga garantita la conservazione dei reperti affiorati dagli scavi e si dicono disponibili a collaborare. Con una missiva inviata alle autorità competenti, i presidenti dei club Rotary e Lyons, Renato Colucci e Giacomo Aiello, della Fidapa, Rosa Russo Gargiulo, della Cyprea, Cecilia Coppola, del centro Bartolommeo Capasso, Enzo Puglia, dell’Associazione studi storici sorrentini, Nino Cuomo, dell’Ascom, Raffaele Maresca e l’archeologo Mario Russo chiedono al Comune di rendersi «tutore della memoria storica della città, evitando il depauperamento del patrimonio della collettività» e alla Soprintendenza di tutelare «il valore storico dei ritrovamenti». (Massimiliano D’Esposito il Mattino)

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