Le bandiere rosse della Cgil al sole tanti cittadini e un esercito di immigrati. Trentamila persone in piazza, secondo le stime del sindacato. Un pezzo di Africa nel corteo, da tutta la provincia di Napoli, Afragola, Palma Campania, da Caserta. E poi quelli di Castel Volturno, compagni e amici dei sei immigrati ammazzati dalla camorra. «Giustizia, giustizia» hanno gridato mentre la folta delegazione sfilava in corteo. Un minuto di raccoglimento è stato dedicato alla memoria dei due agenti rimasti uccisi durante un inseguimento. In corteo per cambiare le scelte del governo, «quelle che tagliano 8 miliardi e 150 mila posti di lavoro alla scuola, riducono le retribuzioni dei lavoratori pubblici e della conoscenza, colpiscono i diritti sul mercato del lavoro, l´orario e la contrattazione». È un successo per Napoli e la Campania la manifestazione che la Cgil guidata da Guglielmo Epifani ha promosso in tutte le città d´Italia contro la politica economica del governo. Un risultato per numeri e contenuti che premia il lavoro di preparazione dalla confederazione guidata a Napoli da Giuseppe Errico e della segreteria regionale che fa capo a Michele Gravano. Tocca proprio a quest´ultimo concludere il comizio sul palco di piazza del Gesù, al posto di Fabrizio Solari, della segretaria nazionale, che ha disdetto perché ammalato. «Il mondo del lavoro, giovani, i pensionati sono tornati in piazza con sacrificio e allegria, sotto le bandiere della Cgil» dice Gravano, «rom e immigrati. Da Napoli e dalla Campania è venuto un segnale forte. Chi pensava che sarebbe stato un fallimento, si deve ricredere».
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