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venerdì 6 febbraio 2009

Falso «provolone del monaco», blitz in un caseificio

L’operazione svolta dalla Guardia forestale. La soddisfazione del Consorzio di tutela

Vico Equense - Soddisfazione da parte dei vertici del consorzio di Tutela del Provolone del Monaco dop per un'ampia attività ispettiva attuata dal Corpo Forestale dello Stato di Napoli. Ieri, in un caseificio di Casalnuovo sono stati rinvenuti 14 chilogrammi di formaggio tra forme intere e porzionato recanti etichette improprie «Provolone del Monaco», differenti ovviamente da quelle originali. I formaggi sono stati posti sotto sequestro giudiziario, in quanto contravvengono alle normative che vietano la messa in commercio di prodotti con nome, marchi o segni distintivi atti ad indurre in inganno il compratore sull'origine, sulla provenienza e la loro qualità. Nei mesi scorsi un altro sequestro era stato attuato in un supermercato a Nola, mentre i controlli si stanno facendo sempre più serrati nell'ambito di tutta la provincia di Napoli, area dove il celebre formaggio stagionato prodotto nell'area della penisola Sorrentina e dei Monti Lattari ha conquistato molti estimatori. «Ringrazio il Corpo Forestale dello Stato che con la guida del comandante Vincenzo Stabile - afferma Giosuè De Simone (foto), presidente del consorzio di tutela del Provolone del Monaco - sta portando avanti in questi mesi una brillante azione di garanzia dei consumatori e del nostro prodotto, la cui fama ormai ha da tempo varcato i confini regionale e ha conquistato anche l'attenzione di famosi chef a livello internazionale che lo hanno inserito come elemento base di gustosi piatti». Il Consorzio di tutela opera nel territorio di 13 comuni nell'area della costiera sorrentina e dei Monti Lattari e di esso fanno parte sessanta tra caseifici ed allevatori. Infatti, tra i segreti del Provolone del Monaco, che dal 2005 si avvale del marchio dop, c'è quello dell'apporto del 20% di latte prodotto dalla razza autoctona Agerolese, una percentuale prevista dal disciplinare approvato dal Ministero delle politiche agricole e forestali. Da qui anche il rilancio della razza Agerolese, quasi estinta negli scorsi decenni, che ha visto la sua popolazione nella zona di produzione del formaggio raggiungere ora quasi il numero di 600 capi. Ammonta, invece, a 21.000 chilogrammi la produzione certificata del provolone del Monaco che vanta diverse stagionature e una pezzatura media che si aggira sui 2,5-3,5 kg. Il 5 e 6 dicembre scorso ad Agerola e Vico Equense, le località più note di produzione del formaggio tipico, si è svolto la seconda edizione del Gran Galà dedicato al Provolone con la grande novità della presentazione della pizza al Provolone del monaco dop. Assegnati anche i riconoscimenti ai vari caseifici con selezione delle stagionature a partire dai sei mesi in poi. (Umberto Celentano il Mattino)

4 commenti:

  1. Il provolone del monaco certificato dal consorzio è immangiabile.

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  2. Basta fare una prova.
    Si prenda un provolone del monaco dop e lo si confronti con uno qualsiasi dei mastri casari anonimi sparpagliati per vico e che ovviamente non hanno aderito al ridicolo protocollo del dop.
    Si faccia la prova.

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  3. Dico solo una cosa.... vi ricordate l'esplosione del limoncello qualche anno fa? Tutti orgogliosi tutti bravi tutti ad aprire laboratori, consorzio dei produttori di "limone biologico sorrentino" poi le multinazionali e il gran sputtanamento qualitativo dovuto ad eccessi di produzione (ricordo che feci consulenza tecnica per un megaimpianto a Casalnuovo che produceva limomcello con alcool bò, zucchero bò, limoni in essenza o al massimo spagnoli o tunisini). Quindi cari casari meno produzione pe fà denari e più qualità...resistete alla regola della domanda superiore all'offerta se no facit a fin ro limoncell...

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