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mercoledì 4 febbraio 2009

Soluzione al 4 per cento

Passa la legge truffa alla Camera, ovvero lo sbarramento al 4% per le europee. Con una maggioranza schiacciante, dopo l'intesa Pdl-Pd, l'aula ha infatti approvato l'emendamento della commissione al testo di riforma della legge elettorale in vista del voto di giugno: 487 sì, 29 no e 6 astenuti. Contro la clausola hanno votato Mpa, Liberaldemocratici e repubblicani, radicali. E qualche raro "dissidente" nei gruppi maggiori. Dalla tribuna riservata, gli ex parlamentari - tra loro Bobo Craxi, Paolo Cento, Mauro Del Bue, Riccardo Nencini, Loredana De Petris e Grazia Francescato - hanno iniziato a protestare e hanno lanciato volantini che sono piovuti copiosamente letteralmente sulla testa del presidente Gianfranco Fini che ha subito ordinato la loro espulsione. I volantini raffigurano Berlusconi nei panni di Totò con una mazzetta di soldi in mano e la scritta: "Legge Truffa '09. regia di Veltrusconi". Il presidente della Camera ha subito sospeso i lavori dell'Assemblea. Poco prima della seduta infatti nell'assemblea del Pd era stato dato il via libera all'intesa della legge elettorale europea. Ma non tutti sono stati d'accordo: nella riunione, durata due ore, non sono mancate voci contrarie. In difesa della riforma si sono espressi tra gli altri Piero Fassino, Rosy Bindi, Paolo Gentiloni. Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta hanno espresso il proprio voto favorevole, ma hanno anche avvertito dei rischi della gestione politica della vicenda. Molto critici invece sono stati l'ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, che ha parlato di lesione della democrazia, Parisi, Gianni Cuperlo e Livia Turco per la quale "la sinistra non può essere umiliata". Rita Bernardini ha annunciato per i Radicali la presentazione di 17 emendamenti e la richiesta di voto segreto in Aula perchè "è in gioco la democrazia". Al voto non ha partecipato Massimo D’Alema, che ha lasciato l'assemblea del gruppo a più di un’ora dalla fine. "Non sono intervenuto e vado via perché ho un impegno", ha detto l'ex ministro interpellato dai cronisti. Hanno votato "no" Arturo Parisi e altri tre deputati "ulivisti" della sua area (Mario Barbi, Antonello La Forgia e Fausto Recchi). Si sono astenuti poi Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini.

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