Da Repubblica Napoli si apprende che i magnifici otto sono diventati sette, anzi sei. Tanti sono alla fine i nomi che il Pd regionale è riuscito a fare ieri per le elezioni europee. Alla Campania ne spettano otto, ma, come ha spiegato il segretario Tino Iannuzzi, «c´è una quota del 20 per cento riservata a eventuali indicazioni della direzione nazionale». Sicchè i nomi da lui portati sono stati sette. In primo luogo i due uscenti Maria Grazia Pagano e Andrea Losco. Poi i due assessori regionali: quello uscente, Angelo Montemarano, e quello che rimane al suo posto, Andrea Cozzolino. Poi ancora la giornalista antimafia Rosaria Capacchione, espressione del casertano, ma voluta anche a Roma. Unico nome peraltro, quello della Capacchione, applaudito a scena aperta ieri durante la direzione del partito. Le ultime due caselle sono state occupate con le indicazioni delle altre province. Da Salerno è così arrivato Gianni Iuliano, ex senatore e attuale vicepresidente della Provincia di Salerno. Dall´interno invece il sannita Luigi Abbate, ex Udeur. Proprio sul nome di Abbate si è aperta la bagarre. Il Corriere del Mezzogiorno parla di una candidatura durata cinque ore. Qualcuno fa notare l’origine mastelliana di Abbate e solo a quel punto i vertici Pd depennano il suo nome dalla lista. Domande legittime: ma Abbate è mastelliano, diessino o cos’altro? E poi: cosa lo ha reso improvvisamente impresentabile? Ora sarà necessaria un’integrazione. I nomi votati dalla direzione regionale del Pd sono sei. Manca la candidatura sannita. E non c’è il candidato dell’area moderata. Deciderà Roma, il 21 aprile. Termina male, dunque, l’assemblea campana. Andrea Cozzolino fa sapere che non si dimette dalla carica di assessore: «Non ho nessun obbligo di lasciare l´incarico in giunta - dice l´assessore regionale alle Attività produttive - perché la legge nazionale pone la questione dell´incompatibilità dopo l´eventuale elezione. Non me l´ha chiesto nessuno, né Morando né Iannuzzi. Anzi, mi è stato chiesto di dare una mano al risultato del partito».
Morando a Sant´Antimo "Da qui la sfida ai clan
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