Servizio turistico «in estinzione»
Sorrento - Sono rimasti solo in cinque, forse non avranno eredi. A Sorrento è ancora vivo il motivo della canzone del 1939 di Odoardo Spadaro, «Come è delizioso andar sulla carrozzella…», ma ai vetturini hanno ridotto anche lo spazio dello stazionamento in piazza Tasso con una fila di piante. Lo rilevano sotto voce, con discrezione, quasi con rassegnazione, ma non è solo questo il disagio che devono sopportare con «un mestiere che rischia di scomparire». Francesco Esposito è il veterano, ha 77 anni. Per lui la presenza in «piazza» con cavallo e carrozzella rimane una passione, come per Francesco Lazzazzara, che lo segue per età, è il nipote del mitico «Cicciluzzo», che accompagnò Vittorio De Sica e Sofia Loren nelle immagini del film di Dino Risi del 1955 «Pane, amore e…». Nino Vollaro è il più giovane, di anni ne ha 40, la carrozzella ereditata dal padre è l’unica fonte di reddito, ma è in sofferenza: «Ho cercato di riconvertirmi come tassista, ma la licenza rimane un sogno». I tre condividono l’arte del vetturino sulla piazza di Sorrento con Costantino D’Esposito e Franco Lazzazzara, cugino di Francesco. Tutti l’hanno ereditata per un vizio di famiglia, un lavoro da abbracciare più per vocazione che per scelta. La presenza delle carrozzelle per le strade rimane un’attrattiva per tanti visitatori che, però, raramente si avvicinano per chiedere una «corsa». A regalare sporadici sorrisi agli ultimi «cocchieri» sorrentini sono i matrimoni di turisti stranieri organizzati dalle agenzie di viaggio, con i transfert di sposi e invitati in carrozzella, un tocco di colore al giorno delle nozze con l’immagine tipica di una delle più famose tradizioni locali. Quelle tradizioni che risalgono ai tempi in cui, fino agli anni ’60, la carrozzella faceva parecchie corse nell’arco della giornata e veniva utilizzata anche dai cittadini come comune mezzo di trasporto. Nel terzo millennio, le spese necessarie per il mantenimento e la cura del cavallo sono le croci quotidiane che sopportano i cinque vetturini di Sorrento, ma non solo. C’è il problema della stalla, «per chi ha la fortuna di trovare un buco dove riparare il cavallo», spiega Nino Vollaro. Sono rimasti in cinque, tantissimi turisti ancora si fermano in piazza Tasso, curiosi di ammirare le tipiche carrozzelle, rare le «corse», tante foto accanto a cavalli e chassis per ricordare le vacanze in Costiera. «Ed ora subiamo anche la concorrenza del trenino Lilliputziano», rammenta Francesco Lazzazzara. Gli ultimi vetturini di Sorrento rinnovano l’appello alle istituzioni auspicando iniziative concrete per salvare la tradizione delle carrozzelle e la loro attrazione turistica: «Vogliono farci sparire dalla circolazione», tuonano in coro con una punta di amarezza. A Sorrento si rischia così di dover cambiare anche il motivo della canzone in voga cinquant’anni fa: «Come era delizioso andar sulla carrozzella…». (Antonino Siniscalchi il Mattino)
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