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lunedì 4 maggio 2009

Re(ferendum)

Del Referendum in programma il 21 giugno si dovrebbe un po’ discutere. «Ci troviamo nella condizione di un uomo in mezzo al mare: se resta fermo è morto. L'unica speranza che ha è quella di cominciare a nuotare»: è con questa similitudine che Antonio Di Pietro ribadisce il "sì" del suo partito al referendum elettorale. Una similitudine che dà l'idea di quanto sia sofferta però questa scelta nel centrosinistra. Il rischio c'è, ammette il leader di Idv, perché, se dovesse passare il referendum, il partito che raggiungesse la maggioranza relativa otterrebbe il 55% dei seggi. «Ma è un rischio - dice Di Pietro - che va affrontato». In casa PD c’è già qualche ripensamento sul si adottato dalla direzione. Perché qualcuno, — ora con più argomenti, dopo le dichiarazioni di voto del Cavaliere — comincia a porre il problema che “con il bipartitismo Berlusconi si prende tutto. Torna al voto e fa cappotto”. Pier Ferdinando Casini, punta il dito contro Pd e Idv: «Con il loro "sì" faranno di Berlusconi l'imperatore d'Italia. E' una scelta miope di Franceschini, che sui temi istituzionali aggiunge il proprio voto a quello di Berlusconi. Sembrava che dopo Veltroni il Pd avesse capito che il bipartitismo era una idea per consolidare il potere di Berlusconi, ma evidentemente non è così. Questa è solo una illusione del Pd, pensano che dopo una eventuale affermazione del sì, si possa fare una legge elettorale alla tedesca. Ma se passa il sì, Berlusconi avrà la tentazione di andare a votare subito per liberarsi della Lega. E' assurdo criticarlo, come fa il Pd, e poi metterlo sul trono».

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