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domenica 28 giugno 2009

Facciamo sentire il nostro orrore per quel regime

Caro direttore, ogni persona che creda nella libertà, nella democrazia, nei diritti non può che provare orrore di fronte all’ondata di violenta repressione scatenata in Iran contro ragazze e ragazzi, la cui unica colpa è di voler vivere in un Paese libero, giusto, rispettoso della volontà dei cittadini. Quel che accade, per quanto drammatico, non è però inaspettato. Il 50 per cento della popolazione dell’Iran ha meno di quarant’ anni. Una gran parte ha potuto studiare e gode di un livello culturale medio-alto. L’Iran, l’antica Persia, ha una storia secolare fondata su una raffinata e colta civiltà che ha radicato valori di cosmopolitismo e di laicità che l’integralismo e i suoi pasdaran possono reprimere, ma non cancellare. E spirito laico e pragmatico sono peraltro l’humus del bazar, luogo della vita quotidiana degli iraniani. In questa società, giovane, informata, affamata di relazioni con il mondo, Internet non poteva che essere detonatore di un’esplosione di libertà che si è manifestata prima nel voto e ora nel movimento democratico di protesta. È una domanda di cambiamento e apertura che potrà essere repressa, ma non potrà essere spenta. E noi - noi istituzioni internazionali fondate sul diritto, noi nazioni democratiche, noi società laiche e libere, noi cittadini che crediamo nella inalienabilità dei diritti delle persone - abbiamo un dovere morale e politico: non lasciare soli quei ragazzi. Stare dalla loro parte al loro fianco. (di Piero Fassino da Il Riformista)

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