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venerdì 12 giugno 2009

«Fermiamo il trasferimento a Pompei degli uffici sanitari »

L’appello di Annarita Patriarca sostenuto da Paolo Romano (Pdl) e Salvatore Ronghi (Mpa)

Gragnano - Avviato il trasferimento degli uffici sanitari a Pompei, scatta la protesta di cittadini, medici, infermieri e dipendenti contro un provvedimento che, se portato a termine, rischia di lasciare Gragnano e le altre città dei monti Lattari senza strutture per l’erogazione di servizi sanitari. Una vera iattura per un vasto territorio, contro cui nelle scorse settimana il candidato a sindaco del Pdl, Annarita Patriarca aveva già lanciato un duro grido d’allarme. Un pericolo che in queste ore si sta concretizzando e contro cui Patriarca ora ha chiesto anche l’intervento di una commissione regionale. Infatti, proprio nelle scorse ore, i consiglieri regionali Salvatore Ronghi (Mpa) e Paolo Romano (capogruppo Pdl) hanno incontrato cittadini, medici e infermieri proprio nella sala riunioni dell’ospedale Santa Maria di Casascola a Gragnano, sede anche degli uffici in questione, nel tentativo di comprendere quali siano le ragioni che hanno indotto l’azienda sanitaria ad operare un trasferimento contestato sia dagli utenti che dai dipendenti. «E’ necessario bloccare immediatamente questo trasferimento – spiega il consigliere Paolo Romano –, il piano sanitario regionale prevede una mediazione con i territori, a Gragnano invece, stiamo assistendo all’abbandono di una vasta area. I tagli alla sanità vanno effettuati con coerenza, eliminando le consulenze d’oro, non togliendo i servizi ai cittadini». Nei prossimi giorni, dunque, tutti gli utenti potrebbero vedersi costretti a lunghe trasferte fino a Pompei, anche soltanto per prenotare una visita domiciliare, produrre documentazione per presidi sanitari come i pannoloni per gli anziani o altri sussidi per i disabili. «Purtroppo non abbiamo individuato alcun motivo che possa giustificare il trasferimento degli uffici da Gragnano a Pompei – sottolinea il consigliere Salvatore Ronghi –, è evidente che si tratta di un’operazione clientelare, avviata in piena campagna elettorale. Ecco perché chiederemo di bloccare immediatamente questa decisione e di riavviare una seria discussione all’indomani della tornata elettorale con le amministrazioni comunali interessate». Accorpamenti e tagli alla sanità che sta provocando gravi disagi anche ad altre strutture, come il servizio di primo soccorso. «L’altro giorno ho ricevuto la segnalazione di alcuni utenti – dice Annarita Patriarca – che denunciavano la mancanza di siringhe al pronto soccorso. Ad un ulteriore indagine, effettuata da alcuni dipendenti, sono risultate mancanti anche garze e medicinali essenziali. Un fatto sicuramente grave, che non solo non rappresenta un risparmio per le casse della sanità regionale, ma comporta anche gravi disagi alla vicina struttura ospedaliera di Castellammare, intasata dagli utenti in fuga dai monti Lattari».

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