Gennaro Cosenza dell’associazione ASPA BANCO DI SANTA CROCE replica ad Antonio Di Martino
Vico Equense - Nelle acque prospicienti lo stabilimento balneare "Famous Beach", vi è un paradiso subacqueo miracolosamente sopravvissuto: il Banco di Santa Croce. Il consiglio comunale ha approvato, nelle scorse settimane, un progetto di tutela del sito. “Il progetto – ha detto Antonio Di Martino capogruppo di maggioranza - è nato soprattutto per tutelare una eco risorsa che rappresenta una sorgente di biomassa di primaria importanza esportata per tutta la zona circostante e quindi anche di pescato di cui beneficia o dovrebbe beneficiarne soprattutto la piccola pesca artigianale locale. Invece dalla istituzione della ZTB il sito sommerso, sempre oggetto di studi e di raccomandazioni per la sua tutela, fatta da primari studiosi e istituzioni scientifiche come il nostro Anthon Dohrn, vivacchia tra: la buona volontà dei singoli amatori, dei diving della zona, la dedizione degli uomini della locale Capitaneria di Porto, e le incursioni di pescatori di frodo e cianciole pirata, per lo più provenienti dai comuni vesuviani, che fanno scempio della secca e dei fondali circostanti anche con tecniche di pesca distruttive. A questo si è poi sempre di più aggiunto l’attività di immersione sportiva che porta sul sito una grande quantità di subacquei anche inesperti che provocano ulteriori danni al delicato ecosistema. Con la collaborazione fondamentale dei pochissimi diving del territorio, che storicamente operano sul sito e lo promuovono, e delle associazioni subacquee amatoriali del territorio come “gli amici del Banco” e della “J.Cousteau”, ovviamente in collaborazione con gli assessorati all’ Ambiente e al Turismo, crediamo di aver concretizzato in pochi mesi un aspettato di molti anni. In pratica il Consiglio ha votato per dichiarare la ZTB di interesse pubblico per le sue valenze Naturalistiche, Biologiche e Turistiche. In effetti, l’idea è quella di ottenere in esclusiva l’affidamento del sito sommerso e di sperimentare un percorso d’efficace tutela ad alta fruibilità, alternativo a quello classico degli enti parco, gestendo l’eco risorsa a livello locale in piena collaborazione e condivisione con gli operatori del mare: come pescatori e diving del territorio, di modo che l’azione di tutela, rafforzata con segnalazione in mare e la collaborazione anche della protezione civile, dei volontari, degli enti scientifici e della Capitaneria di Porto, produca la creazione di un nuovo ed originale attrattore turistico di cui la città ha davvero bisogno e una ricchezza indotta per la piccola pesca locale . In più potremo chiudere un gap concorrenziale sul piano della offerta turistica con i comuni vicinori che già da tempo hanno nella subacquea e nel relativo indotto un ricco mercato ed un attrattore in più rispetto a Vico Equense. L’approvazione anche da parte delle minoranze consiliari dà assicurazione a tutti sulla bontà e sulla fattibilità del progetto”. Al consigliere replica, attraverso il nostro blog, Gennaro Cosenza (foto). “Non posso non esternare tutto il mio disappunto per una vicenda che in realtà è nata da un’idea di un'altra associazione sportiva che si è creata a Vico Equense, l’ASPA BANCO DI SANTA CROCE, che forse pochi conoscono e di cui lo stesso consigliere è (era) socio. Non capisco perchè si ringraziano entità che nel progetto non hanno mai collaborato. Non capisco perchè si ringraziano diving della zona, che in realtà hanno sempre osteggiato il progetto, o peggio, hanno visto minacciato il loro business visto che per il banco avevano altri progetti. Non capisco perchè nei ringraziamenti si è omesso volontariamente di menzionare la nostra associazione la quale fino a prova contraria, è stata l'unica che ha cercato, con manifestazioni di sensibilizzazione a livello scolastico sui temi ambientali (vedi "Il Mare Sottosopra), di far capire ai giovani l'importanza di un turismo ecosostenibile.” Infine, chiude Cosenza: “il banco deve rimanere un sito accessibile a tutti i diving (solo regolamentando gli accessi e non un affare gestito da pochi). Oltretutto si era parlato di delegare a noi dell’associazione la gestione dello stesso, ma anche questo è stato disatteso.”
A pagina 35 della relazione di progetto della delibera di Consiglio Comunale numero 23 del 14maggio 2009 sono riportati i ringraziomenti ai contributori e collaboratori del documento. Vi è, in caratteri chiari e distinti dagli altri, un riconoscimento particolare alla associazione Banco di Santa Croce che recita" detentore della idea originaria del progetto": come ben sanno gli amici della associazione subacquea avendone preso esclusiva visione quando il documento era in fase embrionale e nella successiva fase di redazione fatta in pieno inverno 2008. Nell'articolo riportato la menzionata associazione "amici del Banco" non è altro che sempre l'associazione Banco di Santa Croce che per motivi di testo giornalistico, non ascrivibili al sottoscritto, è stata riportata in modo sintetico. Nessuna polemica e nessuna stranezza, forse solo una protesta, praticata mediante astensione dai servizi, nei confronti dei gestori telefonici e il conseguente utilizzo di mezzi alternativi e gratuiti come questo blog, ma in questo caso fallaci. Fuor di facezie e badando ai fatti concreti, attraverso questa iniziativa e con la collaborazione di tutti gli interessati è nelle cose possibili creare nella nostra città un esperimento originale di tutela ambientale non disgiunto da una alta fruibilità della eco risorsa e la creazione di un attrattore turistico di primaria importanza per la nostra comunità. Basta avere la necessaria tenacia e la altrettanto necessaria fiducia nel prossimo. Con deferenza Antonio di Martino capogruppo maggioranza in consiglio comunale. (appassionato naturalista subacqueo)
RispondiEliminaforse anche venire ad una riunione della nostra associazione può essere un segno di protesta,ma non verso alcuna compagnia telefonica.solo che si sarebbero potute usare argomentazioni piu convincenti a giustificazione della assenza.forse rendere partecipi delle proprie opere gli altri soci non rientra nelle prerogative dell'interessato.peccato avevamo creduto che si potesse fare,anche se ci avevano messo in guardia dai pericoli della politica
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