Caro direttore, in Campania il Pd perde consensi. Le motivazioni di questo calo sono varie, ma affondano le proprie radici all'interno del partito stesso. Non è una questione di candidature e liste. Il dato delle europee, con una «lista campana» forte e alcuni buoni risultati ottenuti, appare chiaro. Il dato delle amministrative, con un ulteriore calo ci porta, invece, alla principale causa della sconfitta elettorale: troppe volte il Pd appare distante dai territori, incapace di interpretare i bisogni e le necessità della gente. Invece, laddove ha saputo strutturarsi come forza territoriale a diretto contatto con i cittadini, questi hanno continuato a sostenere il nostro impegno. Ecco, credo che il Pd debba ripartire proprio dal rapporto con i territori, dai militanti democratici, dal dialogo diretto con i cittadini. È questa l’apertura vera alla società civile, non certo l'invito a seminari e incontri. La credibilità del progetto politico nasce dalle risposte che il partito riesce a dare alle esigenze reali dei cittadini campani, dalla battaglia quotidiana per affrontare la drammaticità della crisi, del lavoro, del precariato. Per farlo, il Pd deve mettersi alle spalle questa lunga fase di lotte intestine e superare una visione manichea tra ex Ds ed ex Margherita. Non si può additare chi la pensa diversamente come nemico, perseguendo tatticismi e vendette personali che poco hanno a che fare con la politica. Il dialogo può divenire costruttivo e si può giungere a una sintesi. Tale sintesi deve concretizzarsi, al prossimo congresso, nella scelta di un segretario che, sulla base di un progetto politico chiaro, abbia una maggioranza rispettosa, però, di tutte le posizioni in campo. Il Pd può ancora assumersi la responsabilità di governo, insieme con le altre forze che si oppongono al modello della destra. Sono quindi convinto che ci sia la necessità di proseguire il percorso intrapreso da Franceschini. Il rafforzamento delle iniziative nazionali è propedeutico all'azione del Pd in Campania. Sui nostri territori dobbiamo ripartire dal basso, rinunciando a fregi e galloni, come donne e uomini che si riconoscono, reciprocamente, come democratici. (Antonio Amato Consigliere regionale del Pd da il Corriere del Mezzogiorno)
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