Velardi, non è un pinco pallino qualsiasi, ma un assessore della Giunta Regionale Campana, già dirigente politico del PCI capo ufficio stampa del gruppo parlamentare del Partito Democratico della Sinistra, Bassolino, nel 1995, lo chiama a ricoprire la carica di assessore alla cultura della città di Napoli ecc. Dopo le sue affermazioni («Non andrò a votare, né per le europee, né per le provinciali») le reazioni al suo ragionamento, esternate attraverso il blog non si sono fatte attendere. Ad aprire la lunga lista di esponenti del Partito democratico che hanno preso posizione è stato il responsabile regionale enti locali del Pd, Domenico de Biase: «Considero le dichiarazioni dell’assessore Velardi indegne — ha sottolineato De Biase — per un rappresentante delle istituzioni e al limite dell’immoralità. Nessuno si sarebbe scandalizzato se avesse dichiarato il sostegno per il centrodestra, avendo avuto costanti frequentazioni non solo politiche, ma dichiarare di disertare il voto alle provinciali e alle europee non si addice a un rappresentante delle istituzioni». Sul Corriere del Mezzogiorno potete leggervi le altre confidenze pro e contro l’assessore. Chi invece sostiene la necessità di votare è Umberto De Gregorio da la Repubblica Napoli. Ebbene il suo ragionamento afferma. “In primo luogo, se è vero che la sinistra in Campania non è cambiata abbastanza, è anche vero che non votare Nicolais vuol dire impedire che questo processo di cambiamento avvenga. In secondo luogo, per chi non vota Sodano e proprio non se la sente di mettere la crocetta sul Partito democratico o sul partito di Di Pietro, esiste comunque la possibilità di mettere la crocetta sul partito della "lista del Presidente", ovvero di votare Nicolais due volte, come Presidente e come lista del Presidente. In terzo luogo, non è affatto vero che la consultazione elettorale per la Provincia è una consultazione di poca importanza. Non lo è in senso tecnico, perché la Provincia rappresenta l´apripista dell´area metropolitana napoletana; e quindi, storicamente, questa elezione è una specie di pre-consultazione su chi dovrà essere il futuro governatore della costituenda (nel giro di qualche anno, secondo il già approvato testo sul federalismo) area metropolitana. Non lo è in senso politico, poiché Nicolais non è né folle, né ingenuo: se ha accettato questa candidatura lo ha fatto consapevole del più ampio significato politico che essa assume nel momento di maggiore ascesa del berlusconismo in Campania. Certo, Nicolais ha avuto coraggio, e rischia molto. Ebbene, a chi sceglie di avere coraggio per invertire la rotta del centrosinistra in Campania, che cosa rispondono i tanti napoletani di sinistra che chiedono da anni più pulizia e rinnovamento? Si lavano le mani e professano l´astensionismo come rimedio per la purificazione. Ma dove ci sono maggiori garanzie di discontinuità rispetto a un sistema di potere fondato ritenuto incancrenito? Con Nicolais oppure con Cesaro e i suoi luogotenenti Mastella e De Mita? Questa è la scelta da compiere e scegliere di non compierla non può inorgoglire nessuno e ha comunque un preciso significato politico: con molta probabilità in senso esattamente contrario a quello per il quale si pratica l´astensionismo.”
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