Fuga da Castellammare a Sorrento. La difesa: colpa delle correnti
Sorrento - Il pullman turistico fa sosta in piazza Tasso. Sorride il gruppo di stranieri: sono in Costiera, vanno al mare. Ma li attende una chiazza informe e irregolare. Serpente insidioso, che compare e scompare da un paio di mesi sulla superficie dell'acqua dinanzi la costa. Si scende dalla villa comunale ed ecco gli stabilimenti balneari: cinque a San Francesco, tre a Marina grande. Alessandro è con la fidanzata, hanno zainetti pronti e si avvicinano al loro motorino: «Torniamo indietro, il mare è qualcosa di tremendo. Penso che andremo a Positano». Sui pontili degli stabilimenti, molti ombrelloni sono chiusi. Ai «Bagni Delfino», gruppi di affezionati, vacanzieri di sempre della costiera. Dicono: «Il bagno? Si può anche non farlo, attendendo che la schiuma passi. Ci sono giorni in cui il mare qui è cristallino. Colpa delle correnti». E intanto gli ombrelloni a strisce bianche e blu restano inutilizzati. Mistero di una costa che dallo scorso anno ha ottenuto la Bandiera blu, dopo i buoni risultati del parco marino a Punta Campanella. Anche l'Arpac parla con entusiasmo delle acque di Massa Lubrense. Raccontano che domenica scorsa scendere per via Vespucci verso la spiaggia delle Sirene era un'impresa. La gente del fine settimana si era riversata tutta qui, dopo le voci allarmanti sui vermi e l'inquinamento nell'area flegrea. Al «Conca azzurra» un abbonamento costa 220 euro, con discesa per un mese e lettino. Prezzi in calo, per affrontare crisi e detrattori del mare. Al lido «Cala di Puolo» difendono a spada tratta parco marino e costa. «Colpa delle correnti», dicono. Enrico Gargiulo, sub esperto che di questo territorio sa tutto o quasi, spiega: «Il mare è trasparente, ma spesso sono i fondali che hanno assunto colorazione scura per anni e anni di spurgo selvaggio, scempi di condotte di scolo senza controlli». Quasi all'inizio della costiera, tra i lidi di Pozzano si piange. Al «Bagno Elena» solo 15 ombrelloni aperti. Un'emorragia che va avanti da diversi giorni. Luglio maledetto. Dice Manuela Vanacore, la titolare: «Si è diffusa una psicosi infondata. C'è chi addirittura mette in giro la voce che noi siamo chiusi. Bisogna far chiarezza su Cuma e sulle nostre coste. Guardi il mare, non è diverso dagli altri anni. Ci controllano di continuo con prelievi, se ci fossero sostanze inquinanti ci chiuderebbero». E torna a leggere il suo libro, nel vuoto di clienti in arrivo. Eppure, i prezzi sono buoni: 10 euro l'ingresso. Ma l'allarme inquinamento, la leggenda delle bolle sulla pelle hanno fatto strage di clientela. Da sempre, in questa zona il lido «Bikini» è un punto di riferimento. Selezione di clientela nei prezzi alti, posizione incantevole. Riccardo Scarselli ne è il titolare, oltre ad essere presidente onorario dell'Associazione balneatori. Dice: «Si è registrato anche in costiera un notevole calo di presenze. Ogni anno, non so perché, vengono diffuse voci sul mare inquinato, nonostante i prelievi e le rassicurazioni delle analisi dell'Arpac. Dico che non c'è alcun timore, né problemi per la salute». In costiera, il calo è del 38 per cento. Anche al «Bikini», molti ombrelloni restano chiusi. Negli 54 stabilimenti balneari tra Castellammare e Sorrento, si è diffusa la rabbia di una crisi indotta da psicosi-mare che si è inserita in una già difficile crisi economica. Al lido «La Perla» di Massa, una signora annuncia: «Voglio scattare delle foto quotidiane del mare. Pensa servirà a qualcosa?». C'è chi tira in ballo la mareggiata di domenica scorsa, che ha smosso schiuma e fondali. Eppure, 5 chilometri e mezzo di spiagge sono dichiarate balneabili. Giù alle «Axidie» di Seiano, Dino, studente universitario, ha le sue certezze: «Qui si viene a prendere il sole, il bagno è un optional. Sono le barche che lasciano olio, benzina e sporcizia». Tre depuratori e ci si dibatte tra schiume e chiazze marroni. Magra consolazione resta osservare lo stato degli undici lidi tra Portici, Torre del Greco e Torre Annunziata, solo ricordi di antichi splendori. Ma quelle sono altre storie. Di chi da tempo ha rinunciato al turismo. E si consola con qualche bagnante della domenica. (Gigi Di Fiore il Mattino)
Si, la corrente, quella che da dentro alla fogna arriva fino al bagnasciuga...
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