L’appello Iaccarino: «basta ai giochi al massacro»
Da Vico Equense a Sorrento gli operatori turistici lanciano una protesta sul fronte allarmismo balneazione: «Basta con i giochi al massacro», afferma Costanzo Iaccarino, vice presidente nazionale della Federalberghi che proprio non ci sta a vedere il litorale finire nella centrifuga di informazioni e voci sulla purezza delle acque. «Il settore del turismo, quello della balneazione sono i pochi che ancora reggono l'economia campana - dice -. Ma ogni anno dobbiamo combattere con eventi che ci mettono in ginocchio. I problemi di acque non limpide ci sono stati, dovute a giochi di corrente e a qualche scriteriato che si muove al di fuori della legalità. Ma gli ultimi dati sulla balneazione sono risultati positivi. Dobbiamo impegnarci tutti per risolvere, dove ci sono, i problemi». Dal canto suo il sindaco di Vico Equense, Gennaro Cinque, aveva minacciato di costituirsi parte civile se in seguito alle indagini aperte dall'autorità competente fossero state dimostrate responsabilità certe in merito alla vicenda. Vico Equense riporta i dati positivi diffusi dell'Arpac, oltre a riceve due vele da Legambiente e Touring Club a testimonianza della purezza del mare. Le zone prese in considerazione dalle indagini sulla balneabilità sono state cinque, tutte risultate prive di contaminazione a rischio infezione. I rilievi sono stati effettuati presso le acque antistanti delle zone: stabilimento Bikini, stazione termale dello Scrajo, Marina di Vico, stabilimento balneare Le Axidie e Punta Germano. Anche Antonio Savarese, presidente del Consorzio di Marina D'Aequa lancia un appello: «Stiamo lavorando ininterrottamente per tutelare, promuovere e riqualificare Marina D'Aequa. Abbiamo superato il momento di difficoltà, a causa di correnti marine e qualche scarico abusivo che avevano creato non poche preoccupazioni. Ora il mare è ritornato balneabile, come del resto hanno attestato le analisi. I primi a monitorare la qualità delle acque saremo noi come Consorzio di Marina d'Equa. Siamo del resto i primi fruitori di questo patrimonio e non intendiamo farlo depauparare».
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