Un uomo e una bambina hanno calpestato un’impalcatura, ricoverati in ospedale. nessuno ha rimosso lo “scheletro”
Piano di Sorrento - Spiagge sporche, inaccessibili, ricche di pericoli che spesso producono tragedie. Ecco la fotografia di un piccolo lembo di spiaggia libera del litorale carottese dove l’altro giorno due persone, una bambina ed un adulto, si sono ferite ai piedi mentre uscivano dall’acqua per avere calpestato inavvertitamente un’intera impalcatura di ferro arrugginita con tanto di filo spinato arrotolato che da tempo era sepolta e mimetizzata giusto sotto la sabbia del bagnasciuga. D’obbligo l’antitetanica ma a fare paura sono le condizioni della spiaggia libera appartenente al demanio marittimo e lasciata in uno stato di completa incuria da parte dei responsabili del Comune di Piano di Sorrento e della capitaneria di porto di Castellammare di Stabia. Poteva finire in tragedia. Alla fine, invece, solo una corsa al pronto soccorso dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Sorrento ha evitato il peggio. Sepolte sotto la sabbia del bagnasciuga della spiaggetta libera di Marina di Cassano c’erano di fatto un paio di impalcature di tubi innocenti arrugginiti in stato di decomposizione con tanto di filo spinato i cui aculei si sono conficcati sotto i piedi degli ignari bagnanti. Oltre al danno, la beffa. Si trattava del prolungamento di una staccionata di ferro, ora in parte mimetizzata da tendaggi e canne di bambù, sulla quale era affisso il cartello che definiva la zona invalicabile per pericolo di caduta massi dal costone tufaceo e trasformatasi, probabilmente in seguito ai violenti scossoni delle onde del mare, in un grave pericolo per i bagnanti. Sono stati un paio di giovani a tirare su dal bagnasciuga il rischioso groviglio di ferraglia tra lo stupore di mamme, bambini e persone anziane che a discapito dei costosi stabilimenti scelgono quel lembo di spiaggia libera dove poter trascorrere qualche ora in tranquillità. Non è finita. L’ammasso di ferri arrugginiti è rimasto sulla spiaggia, nessuno è intervenuto per mettere in sicurezza l’arenile, tutto è a disposizione del prossimo sfortunato di turno, compreso il pericolo di vedersi recapitare sulla testa qualche pietra distaccatasi improvvisamente dal costone tufaceo. Poi c’è il degrado generale di un’area che essendo di libera fruizione, a parte i divieti illeggibili che servono solo a creare situazioni di pericolo, non gode di alcuna azione preventiva. Oltre ai ferri arrugginiti ci sono pezzi di vetro, escrementi di animali, abbondanti cumuli di spazzatura dovuti alla mancanza di almeno un cassonetto per la raccolta dell’umido. Una situazione allarmante denunciata da molti genitori in collera contro i funzionari responsabili dell’ente comunale che tutelano i soli stabilimenti mentre lasciano abbandonati gli arenili di spiaggia libera. Le spiagge libere sono infatti sporche ed inaccessibili per i disabili, soprattutto lontane dalle condizioni di decenza con cui dovrebbero ospitare i bagnanti, ritenuti di categoria inferiore solo perché non si permettono i lussi dei vicini ed attrezzati stabilimenti balneari. Le operazioni di pulizia spetterebbero a quelle ditte detentrici di appalti pubblici: qualcuno si domanda però chi siano queste ditte visto lo stato in cui versano gli arenili ed il costruendo molo in parte transennato e già fecondato da spazzatura di ogni genere. Sempre a Marina di Cassano un secondo arenile è stato oggetto il 28 luglio scorso di un intervento da parte dei militari della guardia costiera che hanno sequestrato una decina di imbarcazioni da diporto e da pesca abusivamente sistemate sulla spiaggia di proprietà del demanio marittimo. Insomma, una situazione di degrado realmente insostenibile per la quale sarebbe opportuno trovare il più presto possibile una soluzione definitiva. (Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)
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