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sabato 17 ottobre 2009

PD, tra capibastone e sabotaggi

In casa Piddina il dibattito riempie le pagine dei quotidiani. Umberto De Gregorio da la Repubblica Napoli, tra le tante cose, dice “sino a quando la base del Pd, inteso in senso “liquido”, resterà a dormire, il partito resterà terrà di conquista dei capibastone, il tesseramento di comodo avrà facile vita, in perfetta linea con un territorio dove la gente per bene sembra rassegnata a vivere in condizioni civiche da terzo mondo. Pronta a protestare, lenta a reagire.” Ovviamente la discussione ruota intorno alle vicende del tesserato killer di Castellammare di Stabia. «All´inizio – lamenta Nicola Corrado, vicesindaco – c´erano 13 consiglieri, oggi sono 5. Gli altri hanno cambiato partito, e sono spariti anche molti di coloro che parteciparono alla stagione dei 3000 tesserati». Corrado, che delle tessere farebbe volentieri a meno secondo una originaria ispirazione veltroniana, ha però anche sulla scrivania la fotocopia di una sua intervista, anno di grazia 2008, nella quale lanciava l´allarme infiltrazioni, con argomenti tipo “Attenzione a chi porta centinaia di tessere da Scanzano o da Santa Caterina”, i quartieri più a rischio. Metropolis invece ipotizza un sabotaggio. Il Salvatore Belviso che compare nell’elenco degli iscritti del Partito Democratico stabiese è lo stesso che ha preso parte alla spedizione di morte contro Gino Tommasino? Il circolo cittadino risponde no. Il commissario provinciale del partito, Enrico Morando, non ci mette la mano sul fuoco. E alcuni iscritti al Pd giurano di aver visto proprio il cugino del boss D’Alessandro, indagato quale mandante della barbara esecuzione del viale Europa, sulla sede del partito all’epoca del tesseramento. I contorni del giallo si fanno ancora più forti con questa dichiarazione che rilascia Morando: “Non siamo certi che il Belviso iscritto nel nostro partito non sia il killer. Stiamo facendo delle verifiche. Non possiamo escludere nulla, magari è un caso di omonimia. Ma, nel frattempo, non vorremmo che ci fosse stata una registrazione contraffatta scientemente”. Già: c’è anche questa ipotesi. Che, nel frattempo, quella tessera sia stata assegnata ad un Salvatore Belviso pulito. Ma tant’è: “In ogni caso - ricorda Morando - il punto della questione non cambia. La vicenda è gravissima e la decisione del commissariamento è stata obbligata”.

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