A Roma si occupa di associazioni come Rossoverde e Rinnovamento per la Sinistra. Si occupa di soggetti politici che possano riconsegnare alla Sinistra un ruolo guida, secondo stereotipi forse desueti ma di cui si sente un gran bisogno. La Sinistra come casa-madre di idee e di pratiche politiche sostenibili e dove dal basso si possa determinare una scelta di campo che non delega. Altro che primarie. Sarà a Firenze a fine mese per il meeting nazionale dei nuovi network della società civile italiana, che non sono più i girotondi ma una rete di persone che vuole riprendere in mano il comando della propria vita. A Castellammare, da sindaco, portò in giunta tante giovani donne e attraverso Emily mise in crisi lo status quo cittadino, poco avvezzo a consegnare le chiavi del potere a delle amabili signore della media e alta borghesia napoletana e stabiese. Sarà un’esperienza che non dimenticherà e che oggi - dopo il caso Tommasino - Ersilia Salvato guarda con il senno di poi, nonostante sia una di quelle donne (stabiesi) che hanno preferito lasciar perdere. Senatrice Salvato, lei è stata sindaco di Castellammare pochi anni fa. Si aspettava l’arrivo della commissione d’accesso e le successive dimissioni di due consigliere? “Premetto che, avendo un osservatorio parziale, l’analisi rischia di essere inadeguata. E’ una fase in cui purtroppo c’è qualcosa di più serio. Una deriva. Parlare di politica è difficile e anche inopportuno. Le donne sentono un disagio in questa situazione. Un disagio enorme e capisco la loro scelta”. Si dicono ‘disgustate’ dalla politica locale: la Scarpato e la Toricco però non fuggono. Un gesto di responsabilità, anche se nel panorama istituzionale italiano è raro vedere tutta questa autonomia femminile in politica “Beh, la situazione nazionale è disarmante anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca, che tirano in ballo il ‘velinismo’ delle donne in politica, il loro ‘uso del corpo’ funzionale solo a chi decide di candidarle. C’è anche chi ha un titolo di studio importante, ci sono donne anche brave. Ma ciò non garantisce loro autonomia sulle scelte importanti”. Un fenomeno tutto interno al centrodestra o qualche velina c’è anche nel centro-sinistra? “Veline no. Ma una buona dose di ‘gregariato’ sicuramente. E le donne lo accettano: nel centro-sinistra ci sono molte ‘yeswoman’, forse troppe. Per questo va fatta una riflessione non solo sugli assetti ma anche sulla pratica e su come si ambisce a fare a carriera” Tornando al caso Castellammare, la fuga delle donne è uno spot all’incontrario sull’affidabilità della politica. Penso alla Giustizia, invece: nei tribunali si vedono sempre più composizioni collegiali fatte da donne. Dicono che sono più equilibrate nei giudizi. “In tutti i settori le donne stanno occupando posti di responsabilità un tempo ad appannaggio degli uomini. In politica è diverso: se non c’è confronto e radicamento sociale, tutto si concentra in logica di potere e di spartizioni, anche quando il potere è misero. In questo contesto le donne provano disagio e preferiscono allontanarsene”. (Rocco Traisci Metropolis del 20 novembre 2009)
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