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mercoledì 4 novembre 2009

Verità per Aldo

Una domenica come un’altra Aldo Bianzino 44 anni viene trovato morto nel carcere di Perugia. A più di due anni da questa "misteriosa" morte, il 28 ottobre 2009 si è tenuta l'udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio nel procedimento nei confronti di un agente della Polizia Penitenziaria addetto alla sorveglianza presso la sezione 2° B, dove Aldo è morto. L'agente è imputato di aver omesso di informare il sanitario di guardia che Aldo richiedeva aiuto, di non aver prestato soccorso e di aver cercato di nascondere quanto realmente accaduto quella notte falsificando il registro di accesso alla sezione del carcere. Purtroppo questo percorso giudiziario cerca di mettere in luce solo alcuni aspetti di quello che verosimilmente è accaduto, dando per scontato il malore accidentale di Aldo. Il giudice comunque ha rinviato a giudizio la guardia carceraria accusata di omissione di soccorso e falsificazione dei registri di entrata e uscita del braccio carcerario di sua competenza ed ha inoltre rifiutato il rito abbreviato richiesto dalla difesa. Si dovrà quindi aprire un lungo processo dove, inevitabilmente, emergeranno nuove considerazioni soprattutto in merito al perché l’agente abbia dovuto falsificare quei registri e su chi e che cosa ha dovuto “coprire” con quell’illecito. Antonio Palagiano dell'Italia dei Valori, ha depositato, il 24 luglio 2009, un'interrogazione parlamentare sulla sua morte. Per il momento ancora nessuna risposta dal Ministro della Giustizia. “Secondo quanto riportato – scrive l’On Palagiano - da diverse notizie di stampa nazionale, in particolare nelle pagine del blog, di Beppe Grillo (ultimo post del 22 luglio 2009), il 14 ottobre 2007, alle 8 del mattino, Aldo Bianzino, falegname di 44 anni residente nelle colline intorno a Città di Castello, viene trovato morto in una cella di isolamento del carcere perugino di Capanne; Bianzino è stato rinchiuso nel carcere di Capanne per coltivazione illegale di sostanze stupefacenti, dopo una perquisizione avvenuta nella prima mattinata del 12 ottobre 2007 ad opera della polizia di Città di Castello, durante la quale sono state trovate nel giardino di casa Bianzino alcune piante di canapa indiana; la morte, avvenuta meno di due giorni dopo l'arresto, potrebbe essere conseguente alle percosse che l'uomo avrebbe subito nelle ore in cui è stato recluso nella cella di isolamento del carcere di Capanne; in particolare, da una prima autopsia sarebbe emerso che Aldo Bianzino è morto a causa di quattro ematomi cerebrali, lesioni epatiche e spleniche, oltre a due costole fratturate. Il medico legale avrebbe aggiunto che i colpi che hanno ucciso Bianzino sembrerebbero essere stati inferti con l'intento di uccidere; il pubblico ministero che ha seguito la vicenda, responsabile anche dell'arresto di Bianzino, ha avviato immediatamente un'indagine per omicidio; inizialmente veniva iscritto nel registro degli indagati anche un'agente della polizia penitenziaria del carcere di Capanne, per omissione di soccorso; a distanza di un mese una seconda autopsia avrebbe stabilito, per la prima volta, che Bianzino sarebbe morto per cause naturali, esattamente per un presunto aneurisma cerebrale. Niente più tracce delle fratture, degli ematomi e della rottura di milza e fegato, inducendo conseguentemente il pubblico ministero ad archiviare l'indagine sulla morte di Aldo Bianzino -: se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopraelencati, e se intenda disporre le verifiche del caso, e, qualora emergessero responsabilità da parte di chi era addetto alla vigilanza e sicurezza del detenuto, quali iniziative intenda assumere in merito.”

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