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domenica 17 gennaio 2010
Craxi a dieci anni dalla morte
"La mia libertà equivale alla mia vita". C'e' scritto cosi' nell'epitaffio della tomba di Bettino Craxi, nel piccolo cimitero di Hammamet, a due passi dal mare. E oggi per ricordarlo, a 10 anni dalla sua morte una cerimonia commossa. Tanti, in silenzio, davanti alla tomba gli amici di sempre, i colleghi di partito, la moglie Anna Craxi, la figlia Stefania e il figlio Bobo. Ma dall'Italia a ricordare il leader del Psi anche molti esponenti del governo, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta e il titolare della Farnesina Franco Frattini, arrivato nella cittadina tunisina, al termine della sua lunga missione africana. Presente anche il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto. Tante le corone di fiori, tanti i garofani e le bandiere. Anche il presidente tunisino Ben Ali' ne ha mandato una di garofani rossi. Nel silenzio una voce "Bettino, Bettino, qui c'e' tutta l'Italia" e un applauso. “Grazie al suo modo di fare politica si è rotto il monopolio che tra Dc e Pci impediva una vera alternanza. Una strada per lui? Il problema è evitare l’inciviltà politica dimostrata da piccole frange anche se chiassose.” Lo dice al VELINO Paolo Macry ordinario di storia contemporanea all’Università Federico II di Napoli. “Il triste epilogo della sua vicenda non dovrebbe offuscarne le qualità politiche mostrate. Emblematico anche il giudizio di De Mita, suo storico amico/nemico. Craxi resta un pezzo di storia del Paese e la parola riabilitazione non è poi così negativa” Lo dice Marco De Marco oggi alla guida del Corriere del Mezzogiorno ma che ha vissuto gli anni più intensi dell’attività politica del leader socialista, da direttore dell’Unità, un osservatorio diverso, che non condivideva certo le posizioni dell’allora premier. “Davanti a me avevo un uomo complesso fatto di luci e ombre, un politico di statura elevata su cui da sempre si danno giudizi sommari che non portano ad una seria riflessione sulla sua personalità, su quello che ha fatto o non ha fatto”: Virman Cusenza, direttore del Mattino, ricorda e commenta così la figura di Bettino Craxi.
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