Sorrento - A rischio l’assistenza ai malati ricoverati presso gli ospedali della penisola sorrentina, strutture costantemente in affanno a causa della carenza di personale. Un problema che da anni continua ad attanagliare sia il presidio Santa Maria della Misericordia di Sorrento, che il De Luca e Rossano di Vico Equense ormai da anni e che nel tempo è diventata sempre più difficile a causa dei trasferimenti di personale per mobilità e pensionamenti. Tutte le unità operative sono costrette a fare i conti con l’emergenza legata all’organico insufficiente. I numeri sono chiari. Tra i due nosocomi mancano dodici medici. Si tratta di cinque rianimatori, due ortopedici, due radiologi, un chirurgo e due biologi. Camici bianchi che dovrebbero essere suddivisi tra entrambe le strutture sanitarie. Emergenza resa ancora più grave dal mancato rinnovo dei contratti con i medici esterni convenzionati. Con l’entrata in servizio della nuova Tac dell’ospedale di Sorrento inoltre, si verificheranno ulteriori problemi. L’apparecchiatura infatti, è previsto che possa essere utilizzata anche per l’attività ambulatoriale esterna, per cui necessiterebbe di ulteriore personale medico e tecnico per poter essere utilizzata appieno. Anche la situazione relativa agli infermieri, inoltre, non è migliore. Tra l’ospedale di Sorrento e quello di Vico Equense mancano 28 paramedici, numero destinato a lievitare fino alle 42 unità se non si provvede alla stabilizzazione dei precari, operazione che al momento non sembra essere in cantiere. Proprio ieri mattina, presso gli uffici del presidio di Sorrento, c’è stato un incontro per discutere della questione relativa alla carenza di personale tra il direttore sanitario, Nicola Vitiello, tutti i responsabili delle diverse unità operative dei due nosocomi e anche con i rappresentanti delle diverse sigle sindacali. Alla fine è stato predisposto un documento inoltrato ai dirigenti dell’Asl Napoli 3-sud e ai responsabili sanitari regionali. La missiva, oltre a porre l’accento sulle carenze di organico, evidenzia anche che con l’approssimarsi della stagione estiva e il conseguente aumento nel numero dei ricoveri legato alla presenza sul territorio di milioni di turisti, rischia di provocare il collasso delle strutture che potrebbero essere impossibilitate a offrire l’adeguata assistenza a tutti i degenti. In pratica si ipotizza l’interruzione del servizio o quantomeno una drastica riduzione delle attività rispetto a quanto dispone la legge regionale numero 16 del 2008 che disciplina proprio la razionalizzazione dell’offerta sanitaria in Campania. A dimostrazione dei problemi che vive la sanità pubblica in penisola sorrentina basti pensare che già tre anni fa è stato necessario provvedere all’accorpamento di alcuni reparti in entrambi gli ospedali presenti sul territorio, con conseguente riduzione dei posti letto disponibili. Alla base della decisione della dirigenza sanitaria vi era, allora come oggi, sempre la carenza di personale. Una situazione ancora in attesa di soluzione. Ma non è solo la mancanza di medici e infermieri a creare problemi. Nelle ultime settimane, in diversi momenti, si è reso necessario anche provvedere al ricovero di pazienti sulle barelle nei corridoi delle diverse unità operative. Situazione decisamente inusuale per i presidi della penisola sorrentina e legata soprattutto alla volontà dei degenti di rifiutare il trasferimento presso altre strutture sanitarie della regione. Un disagio per gli utenti che riguarda molte branchie della emdicina e quasi tutto gli ospedali della provincia a sud di Napoli. (Massimiliano D’Esposito il Mattino)
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