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sabato 22 maggio 2010

Favoritismi in ospedale, partito il processo

Sorrento - Saltare le interminabili file della sanità pubblica per un intervento aveva un prezzo. Un prezzo da pagare al diretto interessato con assegni o addirittura contanti da passare sottobanco al primario. Partito il processo al primario di ortopedia, Raffaele D'Ambra, dell'ospedale di Sorrento, Santa Maria della Misericordia (nella foto), a giudizio con l'accusa di concussione dinanzi al tribunale di Torre Annunziata. Nel corso della prima udienza i giudici hanno ascoltato le prime vittime del sistema che vedeva protagonista lo specialista. A sfilare dinanzi al trio giudicante sono le due donne che si sono costituite parte civile nel procedimento. Si tratta di due signore, una d Sorrento e una di Positano, vittime della vessazione. La prima a testimoniare era stata in passato proprio una paziente del medico e ha vissuto come vittima e protagonista la vicenda. Nel 2007 la donna, in seguito ad un incidente stradale venne ricoverata proprio presso l'ospedale sorrentino. Riportando una frattura al braccio, le venne applicato un tutore e venne affidata proprio alle cure del primario. Dopo due visite per verificare gli effetti dell'applicazione del tutore immobilizzante, cadde nella rete dello specialista. La sua situazione clinica necessitava di un intervento per cui avrebbe dovuto attendere diversi mesi in ossequio alle lunghissime liste d'attesa. Il primario, però, propose una “soluzione” alla donna: saltare la fila operandosi dopo essersi accordata privatamente con il professionista. Per scavalcare la fila la paziente dovette pagare 1500 euro in contanti, ripartiti in mille all'ortopedico e cinquecento all'anestesista. La donna accettò e ha anche ricordato in aula l'episodio della consegna dei soldi che avvenne proprio il giorno dell'operazione. Poco prima di distendersi sul tavolo operatorio la malcapitata consegnò i soldi in contanti che aveva con se nascosti sotto la vestaglia. Le fatture le ritirò successivamente presso lo studio privato dello specialista. A raccontare la sua vicenda è stata poi l'altra testimone chiave che, rispondendo alle domande del pm oplontino, Mariangela Magariello, ha raccontato la sua vicenda che la vedeva coinvolta insieme all'anziana madre. La 75enne dopo essere caduta per un incidente domestico, venne affidata al primario per un'operazione al polso. Era fine aprile 2007 e l'incidente accadde un sabato sera di fine mese. La donna dopo essersi recata in ospedale e aver ricevuto le prime cure venne dimessa per mancanza di posti letto. Posto letto che venne trovato il lunedì successivo e che sarebbe servito a sottoporla all'operazione. Il primario dopo aver spiegato l'entità dell'intervento fece capire alla donna che tutto questo aveva un costo extra. Anche in questo caso la donna di Positano dovette sborsare 1500 euro per evitare il calvario della lunga attesa alla madre anziana. La donna pagò con assegni circolari e le ricevute le vennero consegnate all'esito di una visita privata di controllo. Nel processo anche l'Asl Na 3 figura come parte civile. (Vincenzo Sbrizzi il Giornale di Napoli)

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