Pagine

mercoledì 6 ottobre 2010

Il Wwf: più professionisti per curare gli animali selvatici

Meta - Un allocco rinvenuto sulle colline di Piano di Sorrento, un’upupa sparata in via Maiano a Sant’Agnello, uno sparviere a Moiano, una ghiandaia a Tordigliano, una poiana impallinata alle Tore di Caso a Massa, una civetta a Seiano: sono solo alcune delle vittime del bracconaggio che sono state recuperate dai volontari del Wwf. Il presidente dell’Associazione ambientalista della penisola sorrentina, Claudio d’Esposito rilancia l’allarme dopo appena due settimane di caccia. «Alla segreteria del Wwf - spiega - giungono quotidiane richieste di aiuto per il rinvenimento di animali feriti da arma da fuoco e sono appartenenti a specie superprotette». «La cura degli animali selvatici è una specializzazione che spesso trova impreparati gli stessi veterinari locali - dichiara Guglielmo Maglio referente zoologo per il Wwf - che talvolta dimostrano difficoltà anche nel solo maneggiare una civetta o una volpe ferita. Il Wwf, assieme alla Lipu, si occupa da sempre della conoscenza e delle cure di questi animali ma, purtroppo, sono ormai alcuni anni che tutti i Centri di Recupero fauna selvatica gestiti dalle stesse associazioni sono stati chiusi. Attualmente è operativo solo il «Frullone» gestito dall’Asl Na1, ma il trasporto e la consegna degli animali feriti a Napoli è particolarmente complesso anche se si cerca di fare il possibile». «La cosa più mortificante - aggiunge Claudio d’Esposito - è che si ha la sensazione di vivere in un paese dove alcune regole non esistono e, pur se esistono, le leggi, di fatto, sono continuamente e impunemente disattese». (Ciriaco M. Viggiano il Mattino)

1 commento:

  1. Ciao, mi sapreste dire che tipo di uccello è quello nella foto del vostro articolo? Non molto tempo fa mi sono imbattuto in un esemplare simile e non sono riuscito a trovare a quale razza apparteneva. Grazie.

    RispondiElimina

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.