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martedì 15 marzo 2011

E Sorrento frena sulla tassa di soggiorno

Sorrento - L’attesa degli albergatori e il dilemma delle amministrazioni comunali di Sorrento e dintorni, una potenzialità ricettiva di oltre quindicimila posti letto, con tre milioni di presenze l’anno. La reintroduzione dell’imposta di soggiorno rimane sospesa, almeno per ora, tra le ipotesi sulle modalità di attuazione e le speranze di un rinvio all’anno prossimo, magari, inserita nelle misure che disciplineranno il federalismo fiscale municipale. «Anche il Comune di Sorrento – spiega il sindaco Giuseppe Cuomo - sta valutando l’eventualità di istituire la tassa di soggiorno. Ovviamente, qualsiasi decisione è subordinata a una attenta valutazione delle modalità di attuazione del federalismo fiscale. Su questo fronte saranno attentamente verificate le inevitabili conseguenze attraverso un ampio confronto con le categorie produttive, albergatori, operatori turistici e commercianti, sui quali andranno a ricadere gli effetti della introduzione dell’imposta di soggiorno e degli altri tributi determinati dal federalismo fiscale». In sintonia con le linee nazionali di Federalberghi, il presidente degli albergatori della penisola sorrentina, Costanzo Iaccarino, è decisamente contrario all’introduzione dell’imposta di soggiorno: «Almeno per quest’anno, si tratta di una iniziativa che rischia di mettere fuori mercato numerose imprese locali – sottolinea Costanzo Iaccarino –. Un aggravio di costi difficile da pianificare sui contratti in vigore per quest’anno con gli operatori turistici internazionali, senza contare che una nuova imposta non aiuta la ripresa economica del settore. Anzi, ci allontana da quell’alleggerimento della pressione fiscale su imprese e lavoro che da sempre andiamo reclamando. L’introduzione dell’imposta di soggiorno arrecherebbe aumenti di costo per le imprese alberghiere pari al 18 per cento rispetto a quanto attualmente sopportano per l’Ici». Insomma, l’introduzione della tassa di soggiorno alimenta perplessità e polemiche, come ha più volte sottolineato anche il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca: «Una tassa del genere – ha spiegato Bocca - rischia di servire solo a ripianare le languenti casse municipali e potrebbe inferire il colpo mortale a quelle migliaia di imprese ricettive che dopo due anni di crisi drammatica, senza alcun piano strategico di rilancio dell’immagine turistica dell’Italia nel mondo e senza alcun intervento di sostegno, dovrebbero subire supinamente un aggravio del tutto privo di logica finalizzata al settore. Condividiamo la necessità che il Paese si modernizzi - conclude Bocca - e l’avvento del federalismo fiscale è sicuramente un passaggio fondamentale, ma non possiamo non stigmatizzare come la strada imboccata dal governo e dalla Bicamerale sul federalismo sia un angusto vicolo cieco, contro il quale rischia di andare a sbattere uno dei pochi settori realmente produttivi dell’Italia». (Fonte: Antonino Siniscalchi da il Mattino)

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