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venerdì 22 aprile 2011

Angoscia a Meta, Procida e Vico Equense

Fonte: Ilenia De Rosa e Guglielmo Taliercio da il Roma

Vico Equense - Sono due gli ufficiali originari della penisola sorrentina a bordo della “Rosalia D’Amato” (nella foto), motonave attaccata e sequestrata dai pirati nel mare Arabico. Si chiama Pasquale Massa e ha 64 anni l’ufficiale nato a Meta ma residente da tempo in Belgio. L’altro è Giuseppe Maresca, di soli 28 anni, di Vico Equense, il padre Antonino è imbarcato anche lui sulle navi della compagnia “Perseveranza Navigazione”. Dopo aver appreso la notizia i sindaci delle due città, Gennaro Cinque e Paolo Trapani, si sono subito messi in moto per raccogliere informazioni. «Siamo vicini alla famiglia e in costante contatto con le forze dell’ordine per gli aggiornamenti sul caso - hanno dichiarato i due primi cittadini - Abbiamo appresoche l’intero equipaggio sta bene e che per fortuna non ci sono feriti - ha continuato Cinque - Sono ore di apprensione per tutti, è indiscussa la preoccupazione ma speriamo in un rassicurante epilogo in tempi brevi».



Anche Procida è scossa ed attonita. A bordo della “Rosalia D’Amato” due isolani: Gennaro Odoaldo di 27 anni e Vincenzo Ambrosino di 45, sposato con due figli. La comunità procidana si chiede, con sempre più insistenza, quando si interromperanno questi sequestri che segneranno nel fisico e nel morale i lavoratori ma, soprattutto, si chiede cosa stiano facendo le autorità competenti per porre freno ad una situazione sempre meno sostenibile che sta assumendo proporzioni smisurate. Bisogna ricordare che dall’8 febbraio l’equipaggio della“ Savina Caylyn” è sequestrato. Tra essi cinque italiani, con il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera classe ‘64 e il terzo di coperta Crescenzo Guardascione di Procida. Sulla sorta dei marittimi, sino ad oggi nonostante le recenti interrogazioni parlamentari di Luigi Muro e Luisa Bossa, il silenzio regna sovrano e non si vedono sbocchi per far sì che i nostri connazionali
tornino tra gli affetti dei loro familiari. Comprensibile la presa di posizione del sindaco Vincenzo Capezzuto: «Noi procidani siamo stufi perché lo Stato non garantisce sicurezza e assistenza alle navi italiane che navigano in questi mari pericolosi». E per oggi è stata convocata una riunione straordinaria ed urgente del Consiglio comunale per parlare dell’argomento e della azioni da porre in atto. Mettere militari o vigilantes a bordo delle navi per arginare la piaga dei sequestri da parte dei pirati: è l'argomento di cui si torna a discutere all’indomani del nuovo attacco ad una unità italiana. Ad oggi sono 43 i marittimi in ostaggio, di cui 11 italiani, e questo «testimonia l’urgenza di misure a difesa della navigazione mercantile che da oltre un anno Confitarma ha chiesto al Governo», afferma Paolo D’Amico, presidente della Confederazione degli armatori, che definisce «sorprendente il silenzio delle nostre Istituzioni. Non abbiamo ancora ricevuto alcun riscontro – denuncia - nè a livello parlamentare, in merito ai cinque disegni di legge fermi
da un anno alla Camera e al Senato e concernenti il possibile imbarco di personale armato sulle nostre navi, nè a livello governativo, in particolare dal ministro della Difesa, al quale da mesi ho chiesto un incontro urgente per identificare un’adeguata strategia di difesa attiva». A sollecitare interventi anche gli operatori privati della sicurezza, per i quali potrebbe aprirsi una prospettiva economica interessante.

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