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venerdì 27 maggio 2011
Anche tra i giovani napoletani il Pd vede i fantasmi bassoliniani
Dopo il commissariamento del partito napoletano da parte di Pier Luigi Bersani, a meno di una settimana dal voto per il sindaco e per tentare di distruggere quello che resta del vecchio Pd bassoliniano, arriva anche il commissariamento dei giovani democratici. Ufficialmente per una vecchia questione di irregolarità sui moduli utilizzati per le ultime iscrizioni. Di fatto, per la paura di infiltrazioni della vecchia guardia e il rischio di un disimpegno per Luigi de Magistris. Per la serie del facciamoci del male da soli, il Pd tenta l’ultima carta per rovinarsi la festa. Commissariare anche Gd alla vigilia delle elezioni. Un’azione apparentemente intempestiva quella decisa dal segretario nazionale giovani Fusto Raciti che ha avocato a se tutti i poteri del segretario provinciale Valerio Di Pietro. Ufficialmente la decisione è stata presa per gravi irregolarità sul tesseramento di 500 aderenti, fatto su moduli fotocopiati. Cosa grave perché ritirati i moduli originali non utilizzati entro il 31 gennaio 2011, gli altri tesserati potrebbero essere stati fatti anche poche settimane fa per modificare equilibri. Farlo a una settimana dal voto decisivo per il futuro del partito lascia pensare più a una resa dei conti interna. Secondo i rumors, sarebbe stato il commissario Andrea Orlando a dare la sveglia a Raciti e a segnalare il poco impegno dei giovani alle ultime comunali, forse telecomandati da Antonio Bassolino. Orlando naturalmente-smentisce ogni responsabilità nella faccenda. Dal documento che hanno scritto i Gd commissariati in difesa del loro Di Pietro però, sembrerebbe proprio il contrario. «Il disastroso risultato del centrosinistra napoletano, e in particolar modo del Pd» dichiarano, «fa riflettere sulla necessità di coalizzare le forze sane intorno a Luigi de Magistris… In questo clima di battaglia comune, grigi funzionari di partito si arrogano il diritto di ostacolare questo processo con provvedimenti distaccati dalla realtà». (Fonte: di Antonio Calitri da Italia Oggi)
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