Vico Equense - Quest’anno nella frazione collinare di Massaquano sarà il 5° Memorial intitolato a "Suor Raffaelina Savarese". Un torneo di calcetto, che si svolgerà dal 2 al 14 luglio, presso il Campetto della Scuola Media di Massaquano, intervallato da serate di danza, palo della cuccagna e gastronomia, per ricordare la generosa suora missionaria che spese tutta la vita al servizio dei più deboli. Come ogni anno l’incasso delle serate sarà devoluto in beneficenza alla missione africana di Porto Novo Cotonou nel Benin, missione fondata dall´omonima missionaria. Quest’anno è possibile donare anche il 5x1000. Infatti, l’Associazione chiamata “Suor Raffaelina ONLUS”, nasce dalla volontà di seguire l’esempio di suor Raffaelina, spirito illuminato e filantropico, che spese la sua vita al servizio dei poveri, dei sofferenti e di tutti quelli che avevano bisogno anche solo di una parola di conforto. La missionaria è nata a Vico Equense il 7 aprile 1935, figlia di contadini, sino a 22 anni è vissuta nella frazione di S. Salvatore. Nel gennaio del 1957 fuggì di casa per abbracciare la vita religiosa, Ordine “Suore Gerardine”, di S. Antonio Abate. Dopo aver espletato il previsto noviziato in convento, continuò gli studi a Roma, successivamente intraprese il cammino missionario in paesi miseri e sofferenti. Nel 1983 ritornò in Italia per coordinare le Suore della parrocchia di Ponte Persica, di Castellammare di Stabia, poi nel 1987, dopo un breve periodo che Lei chiamava “di riposo”, decise di seguire il suo istinto recandosi in Cutunù Porto Novo Benin (Africa Occidentale).
Il Vescovo del luogo, Monsignore Vincenzo Mensah, mise a disposizione delle Suore una casa, affidando loro provvisoriamente il compito di educare ed assistere spiritualmente e materialmente le mamme ed i bambini della zona, abbandonati, malnutriti, malati. Dopo poco tempo la popolazione locale cominciò a conoscere le doti umane e altruistiche delle Suore, specialmente di Suor Raffaelina, affettuosamente chiamata “MAMMA”. Si occupò anche delle vocazioni vacillanti, aiutò i seminaristi, fondò un gruppo di preghiera dedicato a San Gerardo Maiella per l’arricchimento spirituale delle anime. Al termine del suo viaggio, stanca ed ammalata, all’invito rivoltole da Suor Teresa Colucci, che la incontrò nella sua stanza (un tugurio di pochi metri quadrati, con una brandina in ferro arrugginito, una sedia ed uno scaffale costruito con 6 blocchi di cemento e 3 tavole), di fare un breve rientro in Italia per curarsi, rispose di voler morire e restare in Africa, aggiungendo: “è qui il mio posto, tra questa gente che ho amato e per la quale ho sofferto e rinunciato a tutto”. In occasione dell’arrivo della salma di Suor Raffaelina, il Rettore del Gran Seminario Sant Gall e Parroco della Parrocchia SS. Pietro e Paolo, Abbè Charles Whannou, pronunciò la seguente omelia: “ringrazio le Suore Gerardine per averci lasciato il corpo di Suor Raffaelina; è un segno di affetto verso di Lei perché amava il Benin, amava la Missione ed era Suo desiderio restare per sempre tra di noi. Grazie madre Raffaelina, grazie per essere stata la mamma di tutti noi, siamo certi, come sempre, che continuerai ad intercedere per ciascuno di noi presso l’Eterno Padre. Non facciamo noi i “Santi” e le “Sante”, ma vorrei ripetere semplicemente dal profondo del cuore le parole che Benedetto XVI ha pronunciato per Giovanni Paolo II: Santa subito. Suor Raffaelina è stata vera Gerardina: il suo amore immenso per Gesù Eucarestia La portava come Gerardo Maiella a cogliere ogni occasione per far compagnia al Suo Gesù; era presente a tutte le Messe che venivano celebrate e il Suo volto s’irradiava dopo essersi cibata del Suo Gesù. Come Gerardo: umile, povera, generosa, disponibile verso tutti e sempre. Sua caratteristica era la bontà e la fiducia illimitata nella Divina Provvidenza. Nessuno andava via da Lei senza aver ricevuto un sorriso, una parola di incoraggiamento”.
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