Matteo Renzi |
Un passo di lato non significa pensionamento visto che, giustamente, il prossimo parlamento ed il prossimo presidente del consiglio dovranno doverosamente tener conto di un mix di innovazione ed esperienza per i compiti di governo e di rappresentanza in Europa. Basta uno, il più intelligente, che faccia questa scelta e gli altri saranno orientati a seguirlo. A quel punto avremo un dibattito che farà emergere la differenza tra le proposte di merito, che pure a Verona e a Reggio Emilia ci sono state, ed il rinnovamento smetterà di essere un argomento polemico per diventare un sistema automatico di funzionamento della politica. E non solo della politica visto che il resto della classe dirigente italiana predica il ricambio per bocca di coloro che sono lì da decenni. Infine, quando saremo tornati a misurarci con i problemi del paese, emergerà anche l'inconsistenza di alcuni luoghi comuni. Ad esempio che nel Pd vi siano alcuni giovani nostalgici del passato. Scrivono Sacco e Caliandro nel bel libro Italia reloaded che «la nostalgia è la pellicola della rimozione». Non a caso chi ci accusa di nostalgia ha una storia che tenta disperatamente di rimuovere. Chi invece non ha di questi problemi guarda la realtà presente dritto negli occhi ed indaga con laicità il passato. È invece lecito avere dubbi, senza essere vetero, sull'idea che insistere con politiche iperliberiste ci porti fuori dalla crisi. Visto che sono le stesse che nella crisi ci hanno cacciato. Il Pd deve restare un partito plurale ma deve anche smetterla di essere incapace di dire da che parte sta e qual è, con chiarezza, il suo progetto. Ma la nostra è anche la generazione che ha scelto come missione politica l'orizzonte che da il titolo a questo giornale: l'Europa. Nonostante sul rafforzamento dell'unione politica del continente, oggi Costituzione degli Stati Uniti d'Europa, nel passato molte sono state le timidezze delle sinistre europee. In questo senso io non considererei un insulto essere chiamato giovane neodegasperiano.
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