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domenica 2 dicembre 2012

I pomodori di Gennaro Esposito

Vico Equense - La nuova avventura professionale dello chef Gennaro Esposito si chiama: il pomodoro, il principe degli ingredienti, quello che una buona parte dei cuochi italiani designerebbe quale preferito. “Ma se parliamo di pomodoro – spiega Gennaro Esposito sul suo sito - facciamo fatica a sottrarci alla retorica dell'argomento, perchè è impossibile, specialmente per chi è vissuto e vive nel meridione d'Italia, non evocare immagini in bianco e nero di altre epoche, di altre donne e di altri uomini, di altri gesti e di altre abitudini alimentari. In questo universo di sensazioni e ricordi mi sono mosso quando ho deciso di selezionare e firmare un prodotto che risvegliasse in tanti la memoria gustativa e la ricreasse in molti giovani e giovanissimi che troppo spesso consumano acriticamente. Ho messo in una bottiglia elegante dal formato magnum i filetti non pelati del San Marzano, che prende il nome da San Marzano al Sarno, piccolo centro dell'agro nocerino, famoso però in tutto il mondo per l'oro rosso che si produce nel suo territorio. Una coltivazione che era quasi sparita e che, fortunatamente negli ultimi lustri ha ritrovato vigore e successo. Ho imbottigliato la "passata" in una forma diversa ma altrettanto elegante; mi è sembrato che il San Marzano si esprima al meglio in tutti i suoi profumi quando viene utilizzato per i sughi. Quasi nello stesso territorio, alle pendici dei Monti Lattari, nella zona del piccolo paese di Corbara, sono saliti alla ribalta nazionale da qualche anno i"corbarini", piccoli pomodori a forma di pera, raccolti e lasciati maturare a grappoli come i parenti stretti del "piennolo" del Vesuvio, appesi appunto e utilizzati anche nei mesi invernali, caratterizzati da una forma allungata ovoidale e da una piccola punta nella parte più tondeggiante. L'uno è consigliato per le paste al pomodoro, l'altro per impreziosire il pesce. Nella mia confezione a tre barattoli, ho previsto il frutto intero sia del San Marzano, che del "Corbarino", che del " piennolo", perchè del pomodoro appena raccolto si senta tutto, la pelle, i semi, l'acqua di vegetazione e la passione di chi lo fa, come mia madre e tante madri del mio territorio.”

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