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martedì 4 dicembre 2012

Sanità: Palagiano, su ospedali accreditati rispettare concorrenza tra pubblico e privato

Antonio Palagiano 
A Balduzzi chiederemo conto di effetti spending reveiw 

"Il decreto sugli standard ospedalieri paventa una prospettiva grave in termini di occupazione e di sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. La questione del numero dei posti letto, ha certamente ha un peso: se per il pubblico vale la discussione se sia corretto mantenere piccoli ospedali con meno di 100 posti letto, tale argomento non può non riguardare la rete privata. Tuttavia, nella valutazione, come per gli ospedali pubblici, non si può prescindere dal collocazione geografica e dalle caratteristiche di offerta sanitaria. Il decreto in discussione in Conferenza Stato-Regioni e, più in generale gli effetti della Spending review in sanità, saranno all’ordine del giorno dell’audizione del ministro della salute Balduzzi, chiamato a riferire alla Commissione d’inchiesta che presiedo, giovedì 6 dicembre alle ore 8.45”. E’ quanto dichiara l’on. Antonio Palagiano, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali e responsabile sanità dell'Italia dei Valori, in merito al progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera prevista dal decreto sugli standard ospedalieri. Il decreto prevede la chiusura o la cessazione dell’accreditamento per tutte le strutture dotate di meno di 80 posti letto e coinvolgerebbe 250 strutture su tutto il territorio italiano. “Il vero problema però – aggiunge il Presidente Palagiano - accanto a quello del risparmio di risorse economiche, è rispettare la reale concorrenza che deve esistere tra pubblico e privato. E’ troppo comodo considerare una sanità privata che si accredita offrendo solo prestazioni ambulatoriali o da day surgery o poco più, senza garantire prestazioni più onerose che richiedono sforzi economici ed organizzativi. “Il privato accreditato – conclude -può essere tale solo se assume gli stessi oneri del pubblico e non tende solo ad ottenere la parte più remunerativa delle prestazioni. Per concorrere ad armi pari, dunque, il privato deve dotarsi di quei servizi che nel pubblico rappresentano i maggiori capitoli di spesa, cioè quei servizi ad alta intensità di cura, come posti di terapia intensiva o di rianimazione, servizi di pronto soccorso e unità coronariche”.

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