Piano di Sorrento - Intervento all’alba antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia coordinati Comandante provinciale dott. Sergio Costa e agli ordini del Comandante Ass. Capo Gioacchino Cascone assieme a volontari del WWF. Le operazioni hanno preso il via dalle segnalazioni che continuano a pervenire al C.F.S. di Castellammare e alla segreteria S.O.S. Ambiente del WWF Penisola Sorrentina, spesso proprio da cittadini o escursionisti che nel percorrere strade e sentieri della penisola sorrentina si imbattono in postazioni per la cattura degli uccelli. Le segnalazioni hanno portato all’individuazione e alla denuncia in stato di libertà di un cittadino (P.L.) di Piano di Sorrento per detenzione di fauna particolarmente protetta e maltrattamento animale. Gli uccelli, immediatamente liberati sul posto, erano detenuti in anguste gabbie arrugginite in condizione incompatibili con la loro natura e in situazioni igienico sanitarie precarie, per cui è scattata anche la denuncia per maltrattamento animale. Tali uccelli, usati spesso come richiami vivi o venduti per detenerli in voliere in modo fuorilegge, vengono catturati con le famigerate reti da posta, le cosiddette “schiappare”, issate su alti pali ed invisibili al passaggio dei volatili che ne restano impigliati. Nel sito intercettato stamane nel comune di Piano di Sorrento dai forestali, tra querce secolari e coltivi, era presente un corso d’acqua torrentizia che costituiva un ulteriore attrattiva per i volatili. Le reti da posta, oltre ad essere illegali, sono un modo barbaro e crudele di catturare gli uccelli: esse non sono selettive e vi si può impigliare di tutto. Inoltre gli uccelli, a volte, vengono lasciati così, incastrati tra quei mortali fili di nylon, per giorni disidratati ed agonizzanti e spesso quando il vigliacco bracconiere giunge sul posto a recuperare il “bottino” quel che tira giù dalla rete sono solo cadaveri.
Il fenomeno della caccia senza regole investe ormai l’intera penisola e spesso non è facile scoprire le postazioni di bracconaggio nascoste nei fondi agricoli o nelle zone più impervie. Proprio per questo è fondamentale un azione di intelligence che si può avvalere oggi anche di sofisticati congegni di rilevamento fotografico che aiutano a scovare i bracconieri. “Quello del bracconaggio, che potrebbe apparire una semplice, atavica, crudele ed anacronistica usanza, è spesso un vero e proprio business - dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – infatti delle centinaia di uccelli che finiscono nelle maglie dei bracconieri solo una parte finisce sulle tavole, altri (i più fortunati???) in anguste gabbie o malsane voliere ed altri ancora (i più rari) foraggiano il fiorente mercato di pseudo amatori e collezionisti, o vengono venduti ad altri bracconieri come richiami vivi per attirare nuove prede. Un cardellino che canta bene può essere quotato oltre 1000 euro!!! Mentre un esemplare del rarissimo passero solitario (monticola solitarius), il “merlo” dal piumaggio azzurro conosciuto come “mierulo petrarulo”, trafugato dal nido e svezzato fino alla muta, può essere acquistato per poco più di 500 euro!!! Il bracconaggio non è solo una piaga e una seria minaccia per la nostra fauna ma è anche un reato punito dalla legge. Le indagini e gli interventi antibracconaggio in penisola sorrentina continueranno in questi giorni e, grazie alla disponibilità e alla professionalità del Corpo Forestale dello Stato e alla collaborazione di guardie venatorie, siamo fiduciosi nel riuscire ad individuare ancora diversi responsabili.” E intanto numerosi sono anche i rapaci (specie protette), impallinati e feriti, che affollano il Centro di Recupero Fauna Selvatica del Frullone a Napoli. “Tutto ciò ci preoccupa - conclude Claudio d’Esposito - ma siamo convinti che la presa di coscienza sempre maggiore da parte dei cittadini e la nuova cultura ambientalista ci aiuterà a reprimere nel tempo tale aberrante fenomeno.”
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