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sabato 5 gennaio 2013

La vitalità della parola

di Gaetano Rancatore 

Dal marzo 2011 alcune cose sono cambiate e intanto, il vento, altre foglie ha trascinato con se’, unendole a quelle a noi più care. Foglie strappate, transumate e lì danzanti, sul suono del brusio dei tempi prematuramente recisi. Da quel luogo – e per sempre – ci giunge il sottile fruscio di quelle foglie sussurranti l’essenza del proprio nome: Mario, Antonio, Salvatore, Dino, Raffaele, Pino, Lorenzo. E intanto? Alcune cose sono cambiate, anche presso il civico numero otto in Via delle Rose in Piano di Sorrento. Infatti laddove v’era la tipografia: La Moderna, “ somma sapienza” ha voluto che vi sorgesse un nuovo negozio avente l’eloquente insegna: “ Fascinoso”. Spiazzante messaggio o provvida parola pregna di significati postumi, infatti: “ Alcuni dicono che / quando è detta / la parola muore./ Io dico invece che / proprio quel giorno/ comincia a vivere” - ( Emily Dickinson – Silenzi 1212). Fu diva Arte che, verso la seconda metà degli anni settanta, ebbe la bontà di farmi incontrare con il protagonista delle presenti note. Rammento che unitamente all’amico Donato Esposito ( tuttora corniciaio in Sant’Agnello), mi recai presso La Moderna per farmi stampare dei manifesti per una personale di quadri in Piano. E fu proprio tra rumori di macchine - stampatrici, odori di carte, di inchiostri, diluenti e pulviscolo di piombo che incontrai il tipografo - giornalista: Lorenzo Piras. Di lui avevo letto qualche articolo apparso su il “ Roma” e alcune recensioni dedicate agli artisti: Filosa e Salvatore Cinque.

Confesso che sin da quelle poche letture, colsi a pieno l’etica morale e la vivezza intellettuale dell’autore. Dopo quel primo, casuale incontro, altri ne seguirono sino a diventarne giornalieri, amicali e vicendevolmente formativi. Sempre con maggior frequenza ed entusiasmo, salivamo sulla mitica Mini- minor rossa di Lorenzo e, alle prime luci dell’alba, unitamente a Pino Galantino, Lello de Martino o altri, ci mettevamo in viaggio per visitare mostre d’arte di Picasso, Chagall, De Chirico, Guttuso, Manzù, Raffaello, Michelangelo, Tiziano e altri grandissimi genii di ogni tempo. Ormai, ogniqualvolta che si presentava l’occasione, la nostra insaziabile voracità di cultura, sempre più ci spingeva verso Milano, Brescia, Venezia, Firenze, Roma, Bari e ancora oltre: Parigi, Salisburgo. Ecco, a quelle istruttive escursioni, Fortuna volle assommarci un ulteriore dono: il crescente numero di incontri e amicizie di primissimo profilo culturale infatti, lo scrittore- giornalista: Mario Forgione; il giornalista del “Roma “ e poi direttore de “ Il Giornale di Napoli”: Vittorio Como; gli scrittori “ Premio Strega”: Michele Prisco e Domenico Rea ; il pittore americano: Randall Morgan ; l’artista : Pasquale Forgione e tanti, tantissimi altri… finanche : Corrado Augias, divennero assidui frequentatori - amici o ospiti d’onore di quel locale che sempre più, nel corso degli anni andava divenendo unico fulcro centrale della cultura e fascinoso stimolo per l’intera penisola sorrentina e oltre. 2 Il tutto zampillato dalle congenite qualità di grande coalizzatore e coagulatore di moti dell’animo dell’ineccepibile, autodidatta empirico : Lorenzo Piras. Aggiungo che sempre nel corso di quelle giornaliere frequentazioni, ebbi modo di rilevare che, diversamente dai molti, Lorenzo non si fermava mai dinanzi alle apparenze, ai luoghi comuni o al gusto imperante, infatti, il suo innato istinto sapeva che quelle sterili soste inducevano a buttare via, interi universi poetici o di verità ( anche di cronaca) e perciò, ogni attimo di libertà dal suo lavoro di tipografo e ogni sua risorsa ( anche economica), venivano generosamente profuse o, per smascherare il malaffare e gli intrighi dei locali, tristi politici e pubblici maneggioni o, per svelare, valorizzare e far conoscere all’intera collettività il sommo valore dell’anima: l’Arte. Altezze e bassezze della vita, tutte scrutate, meditate e vergate con abile maestria dalla fustigante, limpida penna di Lorenzo, sempre generosamente tesa a notiziare e dialogare con il prossimo : informandolo, consigliandolo, innalzandolo, rialzandolo . E ora che solo alcune cose sono cambiate, la nostra mente tenta di ricolmare le innanzi dette assenze, elencando qui le tante indelebili orme che Lorenzo ha inteso donare agli “ amici di sempre”. La stesura, finanziamento e pubblicazione del libro: “Pittori della penisola Sorrentina” ( 1977); l’organizzazione delle due manifestazioni musicali: “ Meta marinara “ ; la cura e pubblicazione dei due volumi di fotografie di Pino Galatino ; la testata del mensile “ Peninsula” ; le tantissime mostre d’arte curate e organizzate e, tra esse, la più importante: “ Pittori delle due costiere Sorrentina/ Amalfitana “ ; i tantissimi articoli apparsi su una moltitudine di giornali. E l’elenco potrebbe estendersi ancora oltre. Ma un ricordo posto al margine del presente scritto ancora bussa alla mia mente: l’irrealizzato desiderio di Lorenzo di porre in essere una stabile pinacoteca d’arte presso Villa Fondi . Infatti, ancora prima che apprendesse della sua inesorabile malattia, unitamente all’estensore del presente scritto e, all’ormai compianto giornalista Raffaele Riccardi, egli prese contatti con un politico locale al fine di effettuare la predetta pinacoteca. I dipinti ( numero 3 pro- capite) realizzati dai più significativi artisti dell’intera penisola Sorrentina, sarebbero stati da essi donati alla comunità carottese per tal fine. Ma, purtroppo, i soliti instancabili, ottusi, maneggioni pubblici locali, con uno sciame di artifici, eccezioni e pretesti, fecero sì che si disperdesse quel fattivo, nobile proposito. Ecco, al paziente lettore chiedo scusa per quest’ultimo ricordo o codicillo ma, se quella provvida insegna ha perfettamente inquadrato l’intero operato di Lorenzo Piras, decretandone a pieno, l’indelebile valore storico per tutta la penisola sorrentina, coevemente mi permetto di sollecitare i tanti frequentatori, presidenti e relatori culturali di salotti, salottini e sub- affini di operare seriamente per far sì che quella, irrealizzata pinacoteca d’arte divenga dovuta realtà recante giusta dedica alla memoria dell’indimenticabile : Lorenzo Piras. Nel frattempo, unitamente a “ gli amici di sempre”, si confida che altre cose cambino e che, di nuovo e finalmente “ Giustizia mosse il mio alto fattore”.

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