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domenica 14 aprile 2013

Contromossa Cinque: spingere per la rottura per un tris senza corvi

Il sindaco vuole lo scioglimento lampo dell’amministrazione Giunta dimissionata, no al rimpasto: «Meglio andare al voto» 

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis 

Vico Equense - Il «contrattacco» è servito, su un piatto d’argento. Neppure il tempo di prendere coscienza del rischio di una mossa azzardata dei «dissidenti » - che vorrebbero temporeggiare un po’ per scongiurare il rischio di proiettarlo verso una terza clamorosa ricandidatura in caso di scioglimento anticipato entro la metà della consiliatura - che Gennaro Cinque sta già mettendo a punto - in silenzio - il suo piano «diabolico» per aggirare al più presto l’ostacolo e muoversi al meglio. La missione è semplice: restare al comando più forte di prima a dispetto di chi, giustamente, oggi crede che sia fondamentale rispolverare l’umiltà politica per mettersi al lavoro e ricomporre i cocci di un’amministrazione comunale che si è sbriciolata alle prime difficoltà di un mandato-bis, finora contraddistinto soltanto da polemiche e immobilità. Su ogni fronte. Il sindaco di Vico Equense sta mandando segnali eloquenti. «Quello dell’altra sera è stato un gesto di fetenzia politica » ha detto nelle ultime ore Cinque che ha capito che è l’attimo da cogliere per prendere la pallina e spedirla in buca. Ovvero andare a rompere tutti gli equilibri - di per sé già abbastanza precari - per tornare immediatamente al voto, attendendo quindi l’approdo di un commissario prefettizio che possa traghettare il Comune fino alle amministrative. Di dialogare con gli alleati, finora, neppure l’ombra. Di progettare un restyling immediato della giunta neanche un segno. Anzi. Qualcuno aveva suggerito a Cinque di salutare gli assessori puntando su professionalità di alto rango, insomma, per varare una squadra tecnica capace di smaltire le tossine di un’annata tutt’altro che leggera. Invece niente. Fumata nera, nerissima.

Altro che azzurra. Il leader del Pdl di Vico Equense, che ha raccolto anche il suggerimento pubblico del neo consigliere regionale Flora Beneduce («Serve unità»), non sembra disposto a fare dietrofront o tentare di riportare alla base i «dissidenti» ed ha incassato il ribaltone del consiglio comunale dell’altra sera masticando amaro. La minoranza non vuole concedere a Cinque l’opportunità di poter pensare ad una terza ricandidatura e temporeggia sul da farsi. Qualora ci fosse lo scioglimento dell’amministrazione comunale entro novembre, il sindaco di Vico Equense potrebbe senza alcun tipo di intoppo pensare al tris che, al di là delle divergenze, potrebbe rappresentare un traguardo alla portata. Intanto, però, c’è chi storce il naso. Come il circolo Vas di Vico Equense che ieri, tramite il proprio coordinatore Franco Cuomo, è tornato a richiedere con insistenza al prefetto di Napoli, Francesco Antonio Musolino, l’avvio della procedura per sospendere il primo cittadino, a ottobre condannato in primo grado a nove mesi dal Tribunale di Torre Annunziata con l’accusa di tentato abuso d’uffi cio per il noto processo Patierno. La prefettura, informalmente, giorni fa aveva fatto sapere anche ai consiglieri comunali di opposizione - che avevano rilanciato l’sos a Musolino - che per il momento non se ne parla anche perché c’è necessità di dare continuità politica alla giunta municipale di Vico Equense. Ma se Cinque davvero dovesse essere intenzionato a proporre lo scioglimento dell’ente, a seguire con il commissariamento, chissà che le carte in tavola potrebbero all’improvviso cambiare.

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