Il sindaco vuole lo scioglimento lampo dell’amministrazione
Giunta dimissionata, no al rimpasto: «Meglio andare al voto»
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - Il «contrattacco» è servito, su un
piatto d’argento. Neppure il tempo
di prendere coscienza del rischio di
una mossa azzardata dei «dissidenti
» - che vorrebbero temporeggiare
un po’ per scongiurare il rischio di
proiettarlo verso una terza clamorosa
ricandidatura in caso di scioglimento
anticipato entro la metà
della consiliatura - che Gennaro
Cinque sta già mettendo a punto -
in silenzio - il suo piano «diabolico»
per aggirare al più presto l’ostacolo
e muoversi al meglio. La missione
è semplice: restare al comando più
forte di prima a dispetto di chi, giustamente,
oggi crede che sia fondamentale
rispolverare l’umiltà politica
per mettersi al lavoro
e ricomporre i cocci di
un’amministrazione comunale
che si è sbriciolata
alle prime difficoltà di
un mandato-bis, finora
contraddistinto soltanto
da polemiche e immobilità.
Su ogni fronte.
Il sindaco di Vico Equense
sta mandando segnali
eloquenti. «Quello
dell’altra sera è stato un
gesto di fetenzia politica
» ha detto nelle ultime
ore Cinque che ha capito
che è l’attimo da cogliere
per prendere la pallina e
spedirla in buca. Ovvero
andare a rompere tutti
gli equilibri - di per sé già
abbastanza precari - per
tornare immediatamente
al voto, attendendo
quindi l’approdo di un
commissario prefettizio
che possa traghettare il
Comune fino alle amministrative.
Di dialogare con gli alleati,
finora, neppure l’ombra. Di progettare
un restyling immediato della
giunta neanche un segno. Anzi.
Qualcuno aveva suggerito a Cinque
di salutare gli assessori puntando
su professionalità di alto rango, insomma,
per varare una squadra tecnica
capace di smaltire le tossine di
un’annata tutt’altro che leggera.
Invece niente. Fumata nera, nerissima.
Altro che azzurra. Il leader del
Pdl di Vico Equense, che ha raccolto
anche il suggerimento pubblico del
neo consigliere regionale Flora Beneduce
(«Serve unità»), non sembra
disposto a fare dietrofront o tentare
di riportare alla base i «dissidenti»
ed ha incassato il ribaltone del consiglio
comunale dell’altra sera masticando
amaro.
La minoranza non vuole concedere
a Cinque l’opportunità di poter
pensare ad una terza ricandidatura
e temporeggia sul da farsi. Qualora
ci fosse lo scioglimento dell’amministrazione
comunale entro novembre,
il sindaco di Vico Equense
potrebbe senza alcun tipo di intoppo
pensare al tris che, al di là delle
divergenze, potrebbe rappresentare
un traguardo alla portata.
Intanto, però, c’è chi storce il naso.
Come il circolo Vas di Vico Equense che ieri, tramite il proprio coordinatore
Franco Cuomo, è tornato
a richiedere con insistenza al prefetto
di Napoli, Francesco Antonio
Musolino, l’avvio della procedura
per sospendere il primo cittadino, a
ottobre condannato in primo grado
a nove mesi dal Tribunale di Torre
Annunziata con l’accusa di tentato
abuso d’uffi cio per il noto processo
Patierno. La prefettura, informalmente,
giorni fa aveva fatto sapere
anche ai consiglieri comunali di
opposizione - che avevano rilanciato
l’sos a Musolino - che per il momento
non se ne parla anche perché
c’è necessità di dare continuità politica
alla giunta municipale di Vico
Equense.
Ma se Cinque davvero dovesse essere
intenzionato a proporre lo scioglimento
dell’ente, a seguire con il
commissariamento, chissà che le
carte in tavola potrebbero all’improvviso cambiare.
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