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martedì 21 maggio 2013
Giunta in bilico, venerdì in aula consiglio-verità
Vico Equense - La telenovela
politica continua. Ma dietro
l’angolo spunta l’ultima puntata.
A meno che non ci scappi
l’ennesimo rinvio della serie che
potrebbe prolungare l’attesa.
Venerdì sera, alle 18, ci sarà
il consiglio comunale della verità
in cui verrà probabilmente
scritta la parola «fine» all’amministrazione
comunale di Vico
Equense guidata dal sindaco
Gennaro Cinque.
La convocazione è stata ufficializzata
nella mattinata di
ieri - così come rilanciavano
le voci di corridoio trapelate
nel weekend - dal presidente
dell’assise cittadina, Maurizio
Cinque, su cui pende ancora
una richiesta della maggioranza,
ovvero le dimissioni.
In aula sbarcherà il rendiconto
finanziario 2012, da votare assolutamente
altrimenti potrebbe
saltare il banco. Il prefetto di
Napoli, Francesco Antonio
Musolino, ha sollecitato i consiglieri
ad approvare il bilancio
consuntivo: in caso contrario,
verrà decretato lo scioglimento
immediato dell’ente municipale
e l’addio al governo di Gennaro
Cinque, il sindaco del Pdl eletto
a suon di voti nella tornata elettorale
del 2010 e che adesso
si è ritrovato sempre più solo
nel corso della consiliatura andando
più volte vicino al crac
politico.
Qualora venerdì il consiglio
comunale dovesse bocciare lo
strumento economico finanziario,
allora per il sindaco ci sarebbe
il ko definitivo dopo una
crisi convulsa con Cinque però
subito intenzionato a muoversi
in prima linea per verificare
l’ipotesi, abbastanza concreta,
di mirare alla terza ricandidatura
e dunque a una nuova vittoria
politica alle elezioni anticipate.
Scenario però che non sta bene
agli esponenti dell’opposizione
consiliare: come ad esempio
all’avvocato Aldo Starace, leader
del gruppo «In Movimento
per Vico» che in una lettera
aperta invitò il sindaca a non
fare più «giochetti». Riferendosi
chiaramente alla possibilità che
Cinque potrebbe cullare per il
terzo mandato consecutivo.
La giunta municipale, quindi, rimane
in bilico: l’unica possibilità
per evitare il baratro è che il presidente
del consiglio comunale,
Cinque, si dimetta consentendo
al plotone di maggioranza di
individuare il successore.
(Fonte: Salvatore Dare da Metropolis)
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