Il ministro all’Ambiente Orlando liquida il piano salva-abusi di Nitto Palma
La luna di miele è finita a tempi di record.
Sul caso delle case da abbattere tra Torre del
Greco e Castellammare rischia di incrinarsi
l’allaenza Pd-Pdl che ha portato a battesimo
il governo Letta. La questione di un piano di
salvataggio per evitare la demolizione delle
case abusive è liquidata senza mezzi termini
dal ministro all’ambiente. Cioè da chi quel
piano dovrebbe firmarlo perchè si trasformi in
realtà. Non usa toni diplomatici il ministro del
Pd nell’attaccare un suo alleato. “E’ irricevibile
non dico la richiesta, ma la semplice evocazione
di un condono edilizio: il nostro Paese
è stato massacrato da interventi di consumo
indiscriminato del suolo”. Netta la condanna
del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e
il bersaglio è preciso: Francesco Nitto Palma,
discusso difensore dell’abusivismo edilizio
campano che il Pdl, con l’appoggio di Scelta
Civica, è riuscito a far nominare presidente
della commissione Giustizia del Senato. Appena
eletto Nitto Palma non ha perso tempo:
ha immediatamente riproposto la sanatoria per
mettere in regola chi ha violato le leggi sull’edilizia.
E ora arriva la replica del responsabile
dell’Ambiente. Orlando risponde così anche
a Legambiente che su questa vicenda aveva
tirato in causa anche lo stesso Letta, evocando
il rischio idrogeologico in zone protette da
vincoli ambientali e archeologici.
Netto sullo stop al condono, Orlando, partecipando
alla presentazione della campagna del
Wwf sulle oasi, è stato cauto sulle proposte.
“Prima di decidere bisogna saper ascoltare”, ha
detto il ministro.
“Ci saranno incontri regolari
con gli assessori regionali all’Ambiente per
arrivare a politiche più unitarie. Oggi abbiamo
34 procedure di infrazione a norme comunitarie
che riguardano il mio ministero, è un terzo
del totale di quelle a carico dell’Italia. Decisamente
troppe, bisogna trovare un metodo per
ridurle drasticamente”.Sulla richiesta avanzata
dal Wwf di inserire la tutela ambientale tra
i principi fondamentali della Costituzione
italiana, Orlando non si è pronunciato ma
ha replicato lanciando tre punti. Il primo è la
revisione delle sanzioni per i reati ambientali.
“Non si può permettere che danni gravissimi
vengano trattati come schiamazzi notturni e
che il responsabile se la cavi con una multa
modesta”.Il secondo è la volontà di riprendere
il lavoro fatto dal precedente governo
con la legge contro il consumo del suolo: “La
norma, che aveva raccolto il consenso di tutte
le forze politiche che sostenevano il governo
Monti, puntava a una limitazione del consumo
del suolo in difesa di attività che hanno dato
un saldo positivo in termini occupazionali”.
Su questo tema il ministro ha annunciato
un’intesa con la responsabile dell’Agricoltura
Nunzia De Girolamo. Infine la terza proposta
riguarda l’acqua come bene comune: “C’è una
volontà popolare a cui dare risposta e per farlo
bisogna colmare il vuoto legislativo aperto dal
referendum”. Per ora Orlando si è fermato
qui. A cominciare dall’acqua, un tema su cui
l’intervento non potrà che essere su due fronti.
Da una parte le misure per dare seguito al
referendum. Dall’altra quelle per individuare
le risorse (circa 2 miliardi di euro all’anno per
30 anni) senza le quali non è possibile rimettere
il paese in regola: oggi mancano il 30% dei
depuratori e il 14% delle fogne. Trovare questi
fondi significa dare un contributo in direzione
di una ripresa dell’economia. (Fonte: Metropolis)
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.