giovedì 16 maggio 2013

“Il condono? E’ irricevibile”

Il ministro all’Ambiente Orlando liquida il piano salva-abusi di Nitto Palma 

La luna di miele è finita a tempi di record. Sul caso delle case da abbattere tra Torre del Greco e Castellammare rischia di incrinarsi l’allaenza Pd-Pdl che ha portato a battesimo il governo Letta. La questione di un piano di salvataggio per evitare la demolizione delle case abusive è liquidata senza mezzi termini dal ministro all’ambiente. Cioè da chi quel piano dovrebbe firmarlo perchè si trasformi in realtà. Non usa toni diplomatici il ministro del Pd nell’attaccare un suo alleato. “E’ irricevibile non dico la richiesta, ma la semplice evocazione di un condono edilizio: il nostro Paese è stato massacrato da interventi di consumo indiscriminato del suolo”. Netta la condanna del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e il bersaglio è preciso: Francesco Nitto Palma, discusso difensore dell’abusivismo edilizio campano che il Pdl, con l’appoggio di Scelta Civica, è riuscito a far nominare presidente della commissione Giustizia del Senato. Appena eletto Nitto Palma non ha perso tempo: ha immediatamente riproposto la sanatoria per mettere in regola chi ha violato le leggi sull’edilizia. E ora arriva la replica del responsabile dell’Ambiente. Orlando risponde così anche a Legambiente che su questa vicenda aveva tirato in causa anche lo stesso Letta, evocando il rischio idrogeologico in zone protette da vincoli ambientali e archeologici. Netto sullo stop al condono, Orlando, partecipando alla presentazione della campagna del Wwf sulle oasi, è stato cauto sulle proposte. “Prima di decidere bisogna saper ascoltare”, ha detto il ministro.
 
“Ci saranno incontri regolari con gli assessori regionali all’Ambiente per arrivare a politiche più unitarie. Oggi abbiamo 34 procedure di infrazione a norme comunitarie che riguardano il mio ministero, è un terzo del totale di quelle a carico dell’Italia. Decisamente troppe, bisogna trovare un metodo per ridurle drasticamente”.Sulla richiesta avanzata dal Wwf di inserire la tutela ambientale tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, Orlando non si è pronunciato ma ha replicato lanciando tre punti. Il primo è la revisione delle sanzioni per i reati ambientali. “Non si può permettere che danni gravissimi vengano trattati come schiamazzi notturni e che il responsabile se la cavi con una multa modesta”.Il secondo è la volontà di riprendere il lavoro fatto dal precedente governo con la legge contro il consumo del suolo: “La norma, che aveva raccolto il consenso di tutte le forze politiche che sostenevano il governo Monti, puntava a una limitazione del consumo del suolo in difesa di attività che hanno dato un saldo positivo in termini occupazionali”. Su questo tema il ministro ha annunciato un’intesa con la responsabile dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo. Infine la terza proposta riguarda l’acqua come bene comune: “C’è una volontà popolare a cui dare risposta e per farlo bisogna colmare il vuoto legislativo aperto dal referendum”. Per ora Orlando si è fermato qui. A cominciare dall’acqua, un tema su cui l’intervento non potrà che essere su due fronti. Da una parte le misure per dare seguito al referendum. Dall’altra quelle per individuare le risorse (circa 2 miliardi di euro all’anno per 30 anni) senza le quali non è possibile rimettere il paese in regola: oggi mancano il 30% dei depuratori e il 14% delle fogne. Trovare questi fondi significa dare un contributo in direzione di una ripresa dell’economia. (Fonte: Metropolis)

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